"Il comportamento della maggioranza è schizofrenico e il regolamento che permetterà l'accesso con armi negli ospedali ma non in Consiglio regionale, che di fatto sarà escluso dall'applicazione del regolamento, ne è la riprova. Avanti così, al servizio di Berlato, con sprezzo del ridicolo". Andrea Zanoni, esponente del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini si esprime così alla vigilia della seduta di domani, dove si voterà il ‘Regolamento sulle modalità di accesso e di permanenza nelle sedi istituzionali della Regione del Veneto, degli enti del servizio sanitario regionale, degli enti strumentali e degli organismi sottoposti a controllo e vigilanza della Regione'.
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Dopo molti mesi di incertezza, scrive nella nota che pubblichiamo
Giuseppe Palomba, segretario provinciale
Prc, e di rinvii, trascorsi senza stipendio e senza prospettive, oggi finalmente è stata sciolta l'ultima riserva sull'esito dell'asta per la proprietà dell'azienda: la
fonderia Anselmi di Camposampiero riprenderà l'attività , tutti i lavoratori conserveranno il posto. Questo è il risultato della loro resistenza, dei giorni trascorsi dentro la fabbrica occupata e di quelli passati in presidio davanti alle istituzioni, della loro capacità di restare uniti e solidali anche quando tutto sembrava contro di loro e sarebbe stato facile mollare, e della solidarietà che sono riusciti a guadagnarsi.
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Io sono di Melara, non veneziana. Ma sono anche di Bergantino, Castelmassa, Ficarolo e tutti gli altri Comuni rivieraschi fino ad Occhiobello e proseguendo poi fino a Corbola". La consigliera regionale del
M5S Patrizia Bartelle diserta la seduta a Palazzo Ferro-Fini dedicata al ricordo della fine della Serenissima sancita dall'occupazione napoleonica. "
La 'nostra' Melara - spiega la Bartelle -
che prendo ad esempio, oggi provincia di Rovigo e della Regione del Veneto, non è mai stata dominata dalla Repubblica di Venezia e come Melara non sono mai stati veneziani nemmeno gli altri Comuni della cosiddetta Sinistra Po o Transpadana Ferrarese che dir si voglia. Nel 1796, quando Napoleone rivolse le armi contro gli Stati Pontifici, impossessandosi di Ferrara, il destino di queste terre si legò a quello degli altri Comuni della pianura padana, compresi Venezia e il suo territorio, ma in qualità di occupati e non di occupanti.
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Oggi il Consiglio regionale del Veneto si è riunito in seduta straordinaria, su richiesta di un quarto dei suoi consiglieri, per celebrare il 220° anniversario dell'ammaina bandiera della Repubblica di Venezia, avvenuta il 12 maggio 1797, data che segna la fine della
Serenissima dopo undici secoli di storia gloriosa e centoventi dogi. In occasione di questa importante ricorrenza, il professor
Giuseppe Gullino, ordinario di Storia Moderna presso l'Università degli Studi di Padova, ha tenuto un incontro seminariale ricostruendo e inquadrando, dal punto di vista storico, le ‘ultime ore' della Repubblica di Venezia e le vere ragioni che portarono alla caduta della Serenissima.
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"Gli alpini vegliano su tutti noi con la loro generosità e abnegazione ogniqualvolta ce n'è bisogno. Per una volta li vogliamo ricambiare anche con un'organizzazione sanitaria ‘sul campo' che non ha precedenti. Speriamo con tutto il cuore di poter rimanere inoperosi, ma in caso di bisogno i medici e gli infermieri della sanità pubblica veneta sono pronti ad ogni tipo di soccorso, anche con sette Posti Medici Avanzati dislocati in città , ognuno dei quali dotati di 10 posti letto per un totale di 70, con area rossa per eventuali casi urgenti. Anche questo è un modo per dire grazie a nostri Alpini". Lo ha sottolineato il Presidente della Regione del Veneto, intervenendo stamattina in Piazza Vittoria a Treviso alla cerimonia dell'Alzabandiera della novantesima edizione
dell'Adunata Nazionale degli Alpini, che ha preso ufficialmente il via oggi.
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Pubblicato l'11 maggio alle 20.58, aggiornato il 12 alle 10.12. La sezione centrale di controllo della Corte dei Conti, come annunciato dal CoVePA, Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa, il cui comunicato riportiamo a parte in dettaglio, ha rinnovato le richieste di chiarimento sulle criticità già segnalate sulla passata gestione commissariale della Superstrada Pedemontana Veneta e se ha concesso, da un lato, una proroga fino al 30 giugno, dall'altro per mano del magistrato istruttore dottor Antonio Mezzera ha firmato una nuova e clamorosa nota relativa all'ispezione sulla Pedemontana Veneta che la Corte dei Conti intende proseguire. Infatti emergono ancora deflagranti e gravi inadempienze, sottolineate nelle nuove 13 richieste inviate alle amministrazioni coinvolte (clicca qui per l'allegato che approfondiremo).
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Da numerosi incontri tenutisi in questi ultimi mesi sul territorio veneto è emersa la forte preoccupazione da parte di molti sindaci ed amministratori locali per le ripercussioni negative che si stanno creando a danno del turismo e delle varie attività produttive, oltre allo stato di comprensibile disagio percepito dai cittadini nel vedere minacciata la loro sicurezza per la presenza crescente delle popolazioni di lupo. Gli allevatori veneti, già provati dalle difficoltà causate dalla grave crisi economica che sta stritolando le loro attività , non possono permettersi il lusso di sostenere ulteriori costi aggiuntivi legati alle predazioni dei branchi dei lupi che stanno imperversando in alcune aree della nostra regione, causando, oltre ai danni materiali per gli animali di allevamento sbranati, anche uno stato d'animo gravato da una comprensibile apprensione, tale da indurre molti di loro ad abbandonare le proprie attività con il conseguente abbandono del territorio che causerà gravi ripercussioni per la salvaguardia del territorio stesso e dell'ambiente.
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Greenpeace lancia l'allarme e come sempre Bottacin si affanna a negare e ridimensionare la gravità della situazione. A dirlo sono i consiglieri regionali del
Movimento 5 Stelle, che bacchettano la posizione dell'assessore regionale all'ambiente sulle preoccupanti notizie diffuse dall'organizzazione internazionale. Greenpeace ha infatti pubblicato sul proprio sito un grafico interattivo, che permette a chiunque di verificare la qualità dell'acqua potabile secondo i campionamenti del 2016: il risultato può essere messo a confronto con le normative di Usa e Svezia. "
E, guarda caso - spiegano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle -
i dati provenienti dalle località delle province di Verona, Vicenza e Padova sono sempre superiori ai limiti imposti da quei Paesi. Il grafico fa impressione, soprattutto se messo in relazione con l'atteggiamento che altri Stati mantengono su questo grave problema".
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Con un minuto di silenzio, ieri, il Consiglio comunale ha detto addio a Domenico Buffarini, ucciso da un'emorragia interna lunedì all'età di 79 anni. Istrionico intellettuale Buffarini sedette sui banchi della sala Bernarda per due mandati nelle fila del Pci e del Psi. Con la sua scomparsa, però, Vicenza non perde solo un "vecchio" protagonista della vita politica, ma anche una voce fuori dal coro, sempre capace di stimolare la discussione pubblica, prima con i fatti e poi con le parole.
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Antonio Guadagnini Consigliere Regionale di
SiamoVeneto scrive: Sono passati 20 anni da quel 9 maggio 1997. Quella mattina un gruppo di uomini spinti da una "fede politica" incrollabile ha deciso di sacrificare quanto avevano di più importante per tutti noi. Era infatti giunto il momento di inviare un segnale forte, uno scossone che permettesse alla società veneta se non di risvegliarsi quanto meno di porsi delle domande. Delle domande sulla nostra condizione di Popolo e più di qualcuno da quel momento le domande ha iniziato a porsele. Quell'azione balzata sulle prime pagine di tv e giornali di mezzo mondo, etichettata subito come terroristica e rivelatasi solo dopo anni di processi come in realtà ben lontana dall'essere stata ideata per fare del male a qualcuno, ha permesso a molti veneti di interrogarsi sulla loro identità , sul loro ruolo storico e politico attuale e sulla direzione da prendere per il loro futuro.
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Ora dopo ora le cronache confermano che l'immigrazione è diventata un vero e proprio allarme sociale: altre migliaia di arrivi, ancora morti innocenti, impegni disattesi, come gli accordi Italia-Libia e quello di liberare l'indecente hub di Conetta in Veneto. Cifre che testimoniano di un quadro fuori controllo: duecentomila arrivi previsti nel solo 2017. Con questo ritmo in cinque anni saranno arrivati un milione di immigrati e l'intero sistema sociale italiano sarà al collasso. Il tutto sterilizzando per ora l'oscura vicenda di certe Ong, che di sicuro non aiutano a controllare i flussi". E' questo il commento del Presidente della Regione Veneto
Luca Zaia all'aggravarsi del fenomeno dell'immigrazione dalle coste del Nordafrica.
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