Lettera di un acuto lettore sul disastro BPVi: Achille Variati non ha imputato da statuto a Gianni Zonin il mancato rispetto del territorio
Venerdi 10 Febbraio 2017 alle 21:54 | 0 commenti
Gent. direttore ing. Giovanni Coviello, le ho telefonato segnalandole che uno degli aspetti su cui chiedere conto al sig. sindaco Achille Variati, riguarda il mancato rispetto del territorio che - come sindaco - doveva imputare al sig. Gianni Zonin, in forza dell'art. 9 dello Statuto del Comune. Detto articolo pone in capo all'Amministrazione il dovere di curare lo sviluppo sociale ed economico del territorio, in ciò impegnando Operatori e Categorie. Il dettato statutario si qualifica come un inderogabile "dovere" etico e politico per il capo dell'Ente Locale. Quell'assemblea da voi video-documentata del 4 u.s. , organizzata da "Noi che credevamo nella BPVi", sarebbe stata la giusta occasione per imputargli questa omissione e chiederne ragione. Questo, inoltre, in considerazione al fatto che la Banca Popoalre di Vicenza ha l'incarico (credo ce l'abbia tutt'ora) di Esattoria Comunale.
Ricordo inoltre che il sig. sindaco già ai tempi del mandato 90-95, funzionario part-time dell'allora Banca Cattolica poi AmbroVeneto (credo) nel settore programmazione, era in predicato di assumere un importatante incarico a Parigi per la sterssa Banca (credo), questo per dire che era certamente all'altezza se non di conoscere almeno di "intuire" la situazione della BPVi, non solo date le sue universali conoscenze del mondo imprenditoriale, politico, socio-culturale e religioso vicentino, del Veneto ed oltre, ma anche per una certa conoscenza tecnico-professionale del sistema bancario.
Ed, inoltre, il decennio trascorso in Regione gli ha consentito di meglio affinare la sua già innata vocazione politica che scaltramente gli ha permesso di navigare negli infidi perigli di questo quarto di secolo (denominato "mani pulite").
Variati: certamente navigato politico, eccezionale nocchiero... è questa dote così sprecata che indigna perchè, se l'avesse messa a servizio di una buona politica a servizio del territorio, Vicenza sarebbe certamente Città di rango, Città da primato nazionale. Questo obiettivo doveva essere l'orgoglio della sua vita, non le quisquiglie del turismo "mordi (il panino) e fuggi" con le mostre del Goldin.
Qui abbiamo a che fare con un politico geniale... geniale anche nello scialacquare il suo genio.
E se non ci fosse stato l' "affaire Dal Molin" un qualche altro diversivo di distrazione di massa l'avrebbe inventato per far girare Dal Molin, PAT e TAC e Borgo Berga, e poi far scodinzolare comitati e quartieri dietro ai proventi della A4 ed ora ai milioni del concorso per la riqualificazione delle periferie e così, via via, sino all'inaugurazione del Parco della Pace...
Già , il Parco della Pace, "divina ispirazione dei più famosi archistar europei" votato a svilire una "base che porta morte e distruzione" facendo perciò splendere Vicenza, non solo in Italia, persino in Europa.
Un Parco per un territorio violentato, che incassa ora una "sublime compensazione", che trova riscatto ... sorte ben diversa di quella subita da quei territori distrutti dalle belliche imprese da qui lanciate appena oltre il reticolato e che qui riversano un mondo affamato alla ricerca di sopravivenza (per carità , solo una figura retorica, niente più che una iperbole).
Qual'è la morale? I politici hanno la funzione di risolvere i problemi della gente, o quantomeno dimostrare che in quel senso si danno da fare.
E ... se i problemi non ci fossero, o non dovessero essere tali da far rifulgere l'ambizione "politica"?
In tal caso, all'eccellente politico non resta che creare il problema ad hoc.
Si, in questi dieci anni Variati ha compiuto la sua impresa: Vicenza non è più la stessa di prima e di quel ch'essa sarà non c'è certezza.
Lettera firmata
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