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Categorie: Politica, Economia&Aziende
Lettera di un acuto lettore sul disastro BPVi: Achille Variati non ha imputato da statuto a Gianni Zonin il mancato rispetto del territorio
Venerdi 10 Febbraio 2017 alle 21:54
Gent. direttore ing. Giovanni Coviello, le ho telefonato segnalandole che uno degli aspetti su cui chiedere conto al sig. sindaco Achille Variati, riguarda il mancato rispetto del territorio che - come sindaco - doveva imputare al sig. Gianni Zonin, in forza dell'art. 9 dello Statuto del Comune. Detto articolo pone in capo all'Amministrazione il dovere di curare lo sviluppo sociale ed economico del territorio, in ciò impegnando Operatori e Categorie. Il dettato statutario si qualifica come un inderogabile "dovere" etico e politico per il capo dell'Ente Locale. Quell'assemblea da voi video-documentata del 4 u.s. , organizzata da "Noi che credevamo nella BPVi", sarebbe stata la giusta occasione per imputargli questa omissione e chiederne ragione. Questo, inoltre, in considerazione al fatto che la Banca Popoalre di Vicenza ha l'incarico (credo ce l'abbia tutt'ora) di Esattoria Comunale.
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Un altro record a Vicenza: la trasparenza su chi compra spazi pubblicitari sui media locali con loghi comunali...
Domenica 15 Gennaio 2017 alle 18:18
Anche i più ingenui oggi percepiscono il rapporto tra finanziamenti pubblicitari, pubblici o privati che siano, ai media e il loro atteggiamento verso le notizie che, più o meno scomode, riguardano i committenti privati o verso le "sponsorizzazioni", comode ai politici amici dei committenti o a loro volta acquirebti di spazi pubblicitari utilizzando le casse pubblche. Un rapporto sempre più ambiguo, in linguaggio politically correct, o incestuoso, alla Travaglini, il mix tra Jacopo Bulgarini d'Elci e Marco Travaglio a cui, l'abbiamo scoperto oggi sul GdV, punterebbe, presuntuosamente?, il braccio destro di Achille Variati che, anche lui, alle paroline dolci di Jacopo, dai "co...oni" writer ai "c...zo" dei commenti a Moretti che fa l'indiana fino all'epiteto "criminali" attribuito a chi denuncia Borgo Berga e al "rutto liberatorio" con cui ha d'Elci salutato l'elezione di Trump, aggiunge ora le frasi amorevoli verso i centro africani abituati a fare la pipì sugli alberi dopo aver esordito in passato con un più timido quaquaraqua inflitto a chi cambiava idea non rispettando gli accordi sotto banco, e non certo trasparenti, fatti con lui.
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