Si è svolto questa mattina a Venezia, presso palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, un incontro-dibattito sul tema "Come superare la crisi dei risparmiatori dell'area veneta e delle banche venete" organizzato da Confassociazioni. Scopo dell'incontro, la ricerca di un confronto fra tutti i soggetti e portatori di interessi che intendono trovare una soluzione di equilibrio, concreta e pragmatica, volta a minimizzare i danni subiti dal tessuto produttivo veneto in conseguenza della crisi delle principali banche venete. A fare gli onori di casa, il Presidente del Consiglio regionale del Veneto e l'Assessore regionale ai Servizi sociali. Presenti in sala, oltre ai rappresentanti delle diverse associazioni, anche il Presidente BpviGianni Mion e il Presidente di Veneto BancaMassimo Lanza.
"Il tracollo delle due banche non è dovuto solo alle decisioni sbagliate del Cda della Banca Popolare di Vicenza, che pure ha fatto disastri, ma anche ad una regia più alta che non ha fatto nulla per evitarlo, i fatti parlano chiaro". Inizia così il lungo e duro intervento del consigliere regionale Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) davanti all'assemblea riunitasi l'altra sera a palazzo Balbi. Un intervento-lettera che, secondo alcune indiscrezioni, il consigliere non sarebbe riuscito a far pubblicare da alcuni giornale, nemmeno pagando.Â
Arrivano praticamente in contemporanea due note analoghe della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca in cui si dà notizia che le due ex Popolari venete, sulla base dei coefficienti patrimoniali consolidati al 31 dicembre 2016, sono considerate dalle autorità bancarie europee entrambe "attualmente solventi", rispettando i requisiti minimi di capitale stabiliti dall'Articolo 92 Regolamento (EU) No 575/2013, anche se non risultano invece rispettati i requisiti di capitale di Pillar 2 e di Combined Buffer. I dati di shortfall (deficit) si traducono, secondo BCE, in un fabbisogno di capitale di 3,3 miliardi di euro per la BPVi e di 3.1 miliardi per Veneto Banca. Tali fabbisogni di capitale, in totale 6.4 miliardi di euro, serviranno poi a "definire l'ammontare effettivo di ricapitalizzazione precauzionale oggetto di determinazione da parte delle Autorità competenti" e a carico dello Stato.
Continua a leggere
Martedì sarà l'ultimo giorno per aderire all'offerta pubblica di transazione della Banca Popolare di Vicenza. Ieri le sottoscrizioni hanno raggiunto quota 66%. Intanto, l'agenzia canadese di rating Dbrs ha confermato la valutazione (B sul lungo termine, R4 sul breve) con la notazione «sotto osservazione con implicazioni negative» e ha declassato Veneto Banca portando il rating allo stesso livello di BPVi. La notizia è arrivata il giorno dopo che le dichiarazioni della presidente della vigilanza bancaria della Banca Centrale EuropeaDaniele Nouy avevano messo in allarme il Veneto. «In casi particolari il consolidamento può anche prendere la forma dello scioglimento delle banche se diventano non sostenibili», aveva detto giovedì.
Continua a leggere
Più passa il tempo e più si ingarbuglia il nuovo intervento straordinario in Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. L'offerta di transazione per gli azionisti ridotti in briciole dagli aumenti di capitale, entrambi sottoscritti da Atlante la primavera scorsa, procede a rilento (le adesioni sono al 25% della platea complessiva) e il calendario si avvia verso la chiusura dei termini, previsto per il 15 marzo (per la popolare di Montebelluna, il 22 per quella vicentina, ndr). Tanto che all'interno delle due banche si è posto il tema di una proroga, di una quindicina di giorni. Una decisione definitiva non è stata ancora presa, ma molti sono scettici; anche ammesso che alla fine ci sia, l'eventuale proroga arriverebbe solo all'ultimo istante.
Continua a leggere