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Veneto Banca. CorVeneto: "completata" la fase Vincenzo Consoli, l'inchiesta torna a Treviso. VicenzaPiù: a pensar male si pecca...

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 5 Febbraio 2017 alle 11:25 | 0 commenti

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Avevamo tempo fa adombrato che si poteva avere "qualche perplessità" sull'inchiesta sul caso Veneto Banca, trasferita da Treviso a Roma pur se il quadro appariva simile a quello delle indagini sulla BPVi, analoghe, se non più inquietanti, ma "mantenute" a Vicenza. Ora, dopo il sequestro di 45 milioni di beni infittogli dalla Procura romana e, soprattutto, dopo mesi di detenzione di Vincenzo Consoli, mai amato da Banca d'Italia a... Roma a differenza del dominus corrispondente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, che gir(onzol)a libero e dopo essersi spogliato dei suoi beni, sì, ma favore della famiglia a cui li ha donati, le indagini, chiuse abbastanza rapidamente a Roma per in reati di tipo finanziario (aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, quelli che sta valutando anche e ancora Antonino Cappelleri sulla vecchia gestione della ex Popolare vicentina), tornano a Treviso. "Pensar male è peccato ma...". Leggete l'articolo di Andrea Priante su Il Corriere del Veneto, suggerito da VeneziePost, e pensate gente, pensate...

Veneto Banca, inchiesta divisa in due Condorelli: «Così si complica tutto» 

di Andrea Priante su Il Corriere del Veneto

Il rimpallo di un filone dell'inchiesta su Veneto Banca, che da Roma dovrebbe passare a Treviso, non preoccupa soltanto il procuratore Michele Dalla Costa, che teme di vedersi piovere in ufficio le migliaia di denunce presentate in questi mesi dai soci dell'istituto di credito di Montebelluna.

La questione, inevitabilmente, andrà a coinvolgere anche il Consiglio superiore della magistratura e il procuratore generale Antonino Condorelli. Il caso è noto: nel febbraio del 2015 l'inchiesta era stata accentrata nella Capitale, che aveva dato il via a perquisizioni e arresti. Ma ora che il filone principale è chiuso, i magistrati romani hanno manifestato l'intenzione di processare gli ex vertici di Veneto Banca - a cominciare da Vincenzo Consoli - per i soli reati di aggiotaggio e ostacolo all'attività di Vigilanza.

Le altre ipotesi (comprese quelli di truffa ed estorsione contenute negli esposti presentati dai risparmiatori) sarebbero invece di competenza della procura di Treviso. Dalla Costa, in attesa di ricevere comunicazioni ufficiali, ha già messo le mani avanti:

«È una cosa enorme, che non so davvero come faremo a gestire date le risorse di cui disponiamo». Servirebbe un pool di magistrati, «ma non ho gli uomini per crearlo. Quando arriveranno le carte da Roma, valuteremo come procedere».

I problemi sono quelli, ormai cronici, legati alla carenza di organico. Gli stessi denunciati più volte dal procuratore generale Antonino Condorelli, che da Venezia sta seguendo con attenzione l'evolversi della vicenda:

«È chiaro che, se Roma deciderà di stralciare una parte del lavoro svolto finora, Treviso dovrà per forza adeguarsi e aprire un'inchiesta», spiega.

Il timore di tutti, è che si sia perso tempo e che tra qualche anno le denunce dei cittadini si traducano in un nulla di fatto a causa della prescrizione.

«Senza voler fare alcuna polemica - prosegue Condorelli - mi chiedo se la valutazione di frammentare l'inchiesta non potesse essere fatta prima, senza lasciar trascorrere due anni. È lampante a chiunque, che riprendere in mano un'indagine dopo che per lungo tempo è rimasta sulla scrivania di un'altra procura, rende tutto più complicato. L'eventuale arrivo di un'enorme mole di documenti e denunce non farebbe che appesantire una situazione già difficile come quella in cui si trova il Palazzo di Giustizia di Treviso».

In attesa che dalla Capitale arrivino indicazioni ufficiali, nella nostra regione si valuta il da farsi.

«Se davvero dovesse arrivare lo stralcio dell'indagine su Veneto Banca - prosegue Condorelli - occorrerà valutare quale sia la mole di lavoro e decidere se la procura trevigiana debba essere potenziata. Faremo il possibile, con i pochi mezzi che abbiamo a disposizione. L'allargamento della pianta organica, lì come nel resto della nostra regione, è già previsto ma difficilmente potrà essere realizzato prima di qualche mese. La situazione in Veneto è difficile e la carenza di personale si fa sentire ancora di più quando i magistrati hanno di fronte inchieste-monstre , che richiedono un supporto straordinario anche da parte del personale amministrativo e di polizia giudiziaria».

Intanto anche il Consiglio Superiore della Magistratura sta seguendo l'evolversi della questione. Il consigliere del Csm, Pierantonio Zanettin, è cauto:

«Credo sia prematuro parlarne: innanzitutto vedremo se da Roma arriveranno le carte dell'inchiesta. È evidente che in Veneto la "coperta è corta" ma posso assicurare che il Csm è a disposizione per individuare delle soluzioni. Abbiamo fatto delle applicazioni (trasferimenti di magistrati, ndr ) a Vicenza quando si è trovata a dover affrontare l'inchiesta sulla Popolare, l'abbiamo fatto in Emilia per il caso Parmalat, e se sarà necessario lo faremo anche a Treviso, in modo tale da consentire al procuratore Dalla Costa, se lo riterrà, di costruire il pool dedicato a Veneto Banca».


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