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Patrizia Bartelle: “I soldi dei veneti ai privati e non alla sanità”

Di Note ufficiali Venerdi 10 Marzo 2017 alle 17:50 | 0 commenti

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"Martedì scorso, in Consiglio regionale, è andata in onda una sceneggiata che nemmeno Matteo Renzi avrebbe potuto orchestrare meglio". Sono le dichiarazioni, tramite una nota ufficiale, del Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Patrizia Bartelle. "Il Presidente Luca Zaia - prosegue - è venuto in aula a spiegare la manovra economica per ‘il riavvio di una stagione di investimenti pubblici... per dare supporto al completamento della Superstrada Pedemontana Veneta come scritto nella delibera di giunta, supportata da slides e filmino autocelebrativo. A questo scopo, si è proceduto a confezionare una proposta di legge denominata ‘Prima variazione generale al Bilancio di previsione 2017/2019 della Regione del Veneto' con la quale si va a variare il Bilancio previsionale 2017-2019 e ad inserire uno storno fondi tra capitoli diversi nel bilancio 2017".

 

"Questa operazione - afferma l'esponente pentastellata - già di per sé è opaca: sarebbe stato meglio produrre due proposte di legge distinte, ognuna delle quali avrebbe inciso in ambiti diversi e specifici, in quanto si andrà a fare uno storno di capitoli diversi per il 2017 e una modifica finanziaria per il previsionale 2018-2019. Zaia ci ha spiegato che l'aumento dell'Irpef per i cittadini veneti è dovuto alla necessità di finire la Pedemontana. Ma non è così. In realtà, tutta la manovra è finalizzata a mascherare un ‘buco' strutturale nel bilancio regionale di circa 400 milioni di euro. Dove trovare questi denari? Con la manovra di bilancio sopra accennata. Con l' accensione di mutuo per 20 o 30 anni da parte della Regione del Veneto, per comprensivi 300 milioni di euro, e con l'aumento dell'Irpef regionale a carico dei ceti medi (operai, artigiani, commercianti ecc.) per altri 400 milioni di euro spalmati su due annualità (2018-2019). C'è quindi il fondato sospetto che tutta l'operazione nasconda ben altro. Dallo schema di bilancio si evince una mancanza nel bilancio regionale di almeno 400 milioni e il ripiano di questo debito è ottenuto aumentando l'Irpef per almeno due annualità: 200 milioni circa per il 2018 e 200 milioni per il 2019". "Sorge spontaneo il dubbio - puntualizza la Consigliera - che Luca Zaia possa aver già provveduto a stornare milioni di euro alla concessionaria di SPV SIS-Dogliani per non violare gli obblighi dell'atto aggiuntivo di PedeVeneta del 2013, proprio dai capitoli che vuole coprire con l'introduzione dell'Irpef e se non subentrano ulteriori tagli alla spesa corrente, o riduzioni di spesa strutturale, o aumenti d'entrata, si rischia che questo aumento di IRPEF divenga strutturale e duraturo". "Sta crollando il mito di un Veneto con i conti in ordine - commenta Bartelle - mentre si avvicina la realtà di regioni meno virtuose. La manovra per chiudere la Pedemontana è solo fumo negli occhi: serve a coprire e chiudere un disavanzo strutturale regionale. È gravissimo che la maggior parte di queste tasse gravino sui lavoratori dipendenti, con stipendi medio-bassi. I Paperoni veneti, che guadagnano oltre 75.000 annui, compresi gli assessori della Giunta Luca Zaia, in pratica pagheranno lo stesso aumento di un operaio o di un piccolo artigiano. Quante promesse infrante, come quella secondo cui non sarebbero state messe le mani nella tasca dei veneti. Ed invece ecco pronto l'aumento delle tasse regionali; oppure ‘Aboliremo l'assegno di fine mandato', ed appena possibile, tutti gli appartenenti a questa maggioranza lo hanno richiesto. Intanto, la Sanità veneta va allo sfascio e i lavoratori vengono licenziati dopo decenni di lavoro nel settore". "Veneto ‘pantalon'"- conclude Bartelle - paga e ‘tasi'".


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