La giungla di chi "tutela" migliaia di soci di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca: l'indagine su numeri da paura. Scriveteci a [email protected]
Martedi 21 Febbraio 2017 alle 09:23 | 0 commenti
Se 118.000 e passa soci (loro dicono risparmiatori) della Banca Popolare di Vicenza e circa 88.000 di Veneto Banca sono stati "traditi" dalle due ex Popolari a trazione Gianni Zonin, la prima, un presidente a cui, dicono gran parte dei suoi "membri", il cda rispondeva, e Vincenzo Consoli, la seconda, un direttore generale e amministratore delegato, che, comunque lo dice la legge, a un cda rispondeva, è da tempo accesa la discussione sulle responsabilità , noi diremmo corrresponsabilità visto che la mala gestio era di base e interna ai futuri crac di fatto, di chi doveva controllare e non la ha fatto con efficienza, a giudicare dai risultati. Banca d'Italia e Consob (nella foto doci BPVi in assembea il 4 febbraio e malore di uno di loro).
E di chi, Bce e governo Renzi, con le loro norme, la prima, e il suo decreto per trasformare le banche popolari in spa, il secondo, hanno portato a galla il marcio che in quelle banche c'era e che ancora oggi, dopo l'immissione di 3.5 miliardi di euro e in attesa che ne arivino almeno altri 5, rende difficile se non improbabile un vero salvataggio.
I suoi costi, che saranno comunque e a breve a carico anche dello stato e dei dipendenti, non tutti innocenti, sono stati già pagati dagli azionisti/risparmiatori che hanno visto i loro titoli crollare da 62.50 euro dell'ultima "quotazione" virtuale della BPVi e dai 40 circa di quella, altrettanto "fatta in casa", di Veneto Banca a 10 centesimi, salvo aderire alla transazione proposta che a 94.000 soci della popolare vicentina farebbe recuoperare 9 euro e a 75.000 della montebellunese l'equivalente 15% del denaro speso per comprare le azioni dal 1° gennaio 2007 al 31 dicembre 2016, il periodo che comunque riguarda entrambe le proposte delle due banche che vanno verso la banca unica.
Ma ora al salasso subito da chi, convinto da decenni di rialzi autodeterminti dalle due banche e fuori dalle logiche di mercato, ha creduto che il miracolo potesse proseguire all'infinito e ha continuato o iniziato a sottosrivere e a comprare azioni e quote di bond negli ultimi anni quando il valore delle banche quotate subiva vistosi tracolli, si aggiungono i dubbi su cosa fare, aderire alla propsota, trattare o andare in causa, e, soprattutto, i costi di eventuali azioni legali.
Contatteremo, perciò, legali e associazioni per fare un quadro della situazione, compaibilmente con la loro disponibilità a rispondere con trasparenza, e dare informazioni su cui, poi, i nostri lettori soci potranno fare delle riflessioni, perchè non tutto il mondo dei legali e delle associazioni intorno a questa marea di persone, che potrebbero essere loro clienti o loro associati, si comporta allo stesso modo e i costi, fatte salve le differenze di professionalità che starà ai singoli clienti/associati valutare, sono diversi e potrebbero nascondere altre specualzioni alle spalle di chi già è stato duramente colpito.
Perchè se è vero che consulenti e gruppi servono a meglio tutelare i propri interessi è anche vero che gli interessi, scusate l'obbligata ripetizione, che si muovono intorno a quella marea di soci impoveriti sono non indifferenti.
Ci sono avvocati e comitati che "agitano" in questi giorni migliaia di deleghe a trattare ai tavoli delle "conciliazioni", nei tribunali o anche solo mediaticamente magari per farsi autopromozione puntando sull'umana emulazione di chi pensa che se in molti hanno scelto un interlocutore quello sarà pur bravo ma dimenticando che loro stessi, i soco traditi, se hanno scelto di acquistare o sottoscrivere titoli delle due ex Popolari spesso lo hanno fatto perchè "così facevano tutti"...
E, se oggi un legale vanta, diciamo, 3.000 clienti e da ogni cliente si fa versare tanto per iniziare un'azione un euro, capite che in tasca gli arrivano subito, a parte le percentuali sui futuri successi, 3.000 euro, ma se la "tassa" di ingresso è di 100 euro oaddirittura, in certi non pochi casi, di 1.000 euro, beh già siamo a 300.000 o addirittura a 3.000.000 euro... Per cominciare.
Lo stesso vale per le associazioni anche se in quel caso bisogna capire se alla quota iniziale, tipicamente bassa, seguiranno costi legali specifici successivi.
Per orientari in questa giiungla bisogna, quindi, sapere ( questo chiederemo)
1 - cosa costa una costituzione di parte civile nel processo
2 - cosa costa una querela o denuncia nei confronti di uno specifico dipendente della banca
3) cosa costa l'iscrizione all'associazione e quali servizi comprende
4) cosa costa l'assistenza per l'Arbitrato Controversie Finanziarie
5) cosa costa una causa civile sia di avvocato che di "carte bollate"
Dalle risposte a queste e altre domande, che i soci avranno già fatto o posono fare a chi li rappresenta, risulterebbe una oggettiva cartina geografica delle possibilità e un punto di partenza per scelte responsabili.
Per correttezza va segnalato che teoricamente gli avvocati non possono derogare dai minimi fissati dalla deontologia e sono minimi molto alti.
Ma questo non esclude possibilità di tariffe di particolare interesse, a parità di competenze, se i legali terranno conto dei volumi di casi nelle loro mani con magari problemi e profili simili e, quindi, meno onerosi, per loro, da gestire per gli studi che ogni situazione comporta.
Un'altra domanda importante da fare è se, nel mandto, esista espresamente il diritto di ripensamento, cioè quanto costi smettere di far causa o cambiare avvocato.
Tecnicamente l'avvocato lasciato avrebbe diritto al pagamento del lavoro svolto sino al divorzio, ma, siccome è un lavoro in progresso, è difficile da valutare a posteriori e senza accordi preventivi precisi che evitino poi ulteriori... mazzate.
Ovviamente invieremo le domande a tutti gli studi e a tutte le associazioni di cui abbiamo notizia ma ben volentieri alla mail [email protected] attendiamo indicazioni e risposet da parte di chi non dovessimo poter contattare.
A questa mail dedicata possono, altresì, scrivere i lettori per comunicarci, fatto salvo, se vorranno, il loro anonimato, cosa abbia loro chiesto l'associazione o l'avvocato per assisterli nel contenzioso.
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