Consumo di suolo, Manuel Brusco (M5S): “Non siamo neanche a metà del lavoro e già le deroghe rendono inutile questa legge”
Mercoledi 24 Maggio 2017 alle 16:11 | 0 commenti
La legge regionale che mira al contenimento del consumo di suolo è approdata in consiglio regionale. Un provvedimento atteso da tanto tempo: il Veneto, assieme ai dirimpettai della Lombardia, ha divorato il proprio suolo agricolo in favore del cemento. "Nel Veneto si è costruito troppo nel passato - avverte il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Manuel Brusco - non si può continuare così. La nostra regione è un susseguirsi di case, capannoni, centri direzionali e commerciali. Per non parlare del volume di edifici inutilizzati e dismessi". Il consigliere sottolinea come questa legge arrivi fuori tempo massimo: "Ormai si è costruito in maniera sproporzionata in riferimento al fabbisogno di edifici e strutture di cui avevamo bisogno - dice - e dove non si è costruito si sono concordati, tra Comuni e privati, piani attuativi pronti a far sorgere nuove edificazioni. Solo la crisi è stata in grado di limitare questo fenomeno irreversibile".
"Ecco che allora questa legge cade a fagiolo - spiega il consigliere - se non fosse per il fatto che, al di là dei principi condivisibili, al suo interno contiene una moltitudine di deroghe che vanificano anche i buoni intenti". Per Brusco, infatti, le troppe deroghe vengono in aiuto soprattutto ad interventi che non apportano una "visione complessiva della pianificazione urbanistica territoriale - si rammarica l'esponente del Movimento 5 Stelle - progettualità che sono accompagnate da premialità e da poche compensazioni ambientali". E non è tutto. "Non siamo ancora arrivati a discutere metà della legge e già le prime deroghe vengono avvallate, andando ad inibire gli effetti che questa legge avrebbe potuto produrre - accusa Brusco - molti interventi, frutto di accordi di programma, si sono bloccati solo per effetto della crisi economica".
Si pensi ad esempio a Veneto City, che sarebbe stato il più grande centro commerciale della regione e che avrebbe cementificato una quantità elevatissima di territorio agricolo in una parte di Veneto già ampiamente sfruttata. "Non si vogliono demonizzare tutti gli accordi di programma, alcuni apportano un vero interesse pubblico - avverte il consigliere - e quindi è giusto vengano portati avanti, ma in questa regione, soprattutto in passato quando la crisi economica non si era ancora fatta sentire in modo accentuato, si è dato seguito ad una moltitudine di progetti di varia natura che hanno impermeabilizzato in modo irreversibile la nostra superficie agricola". "Piani d'area, piano cave, suap, progetti strategici, e tanti altri "sono serviti a divorare una quantità enorme di suolo agricolo in Veneto - attacca il consigliere - serve quindi un cambio di rotta. Serve revisionare al più presto le leggi che governano queste trasformazioni, perché frutto di politiche e momenti economici di altri tempi, sovradimensionati. Serve una legge quadro che punti al recupero del patrimonio edilizio esistente, che miri a ricucire, anche trasferendo crediti edilizi, dalle aree esterne e con un elevata potenzialità agricola e naturalistica dentro il tessuto urbano consolidato".
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