CGIL Veneto, osservazioni riguardanti la disciplina e la valorizzazione delle aree protette
Lunedi 6 Febbraio 2017 alle 11:57 | 0 commenti
La scrivente Organizzazione Sindacale, si legge in una nota della CGIL Veneto, ha preso in esame i contenuti dei due Pdl in oggetto ed esprime le seguenti osservazioni, finalizzate a sollecitare e garantire piena coerenza tra i provvedimenti da adottare e le positive finalità dichiarate da entrambe le proposte di legge: La valorizzazione della biodiversità nelle aree protette non deve essere soggetta a vincoli incongrui e predeterminati come la "limitazione e razionalizzazione della spesa", ma deve collocarsi nella prospettiva condivisibile di una gestione improntata a efficienza, efficacia, economicità . Per questa ragioni riteniamo che non sia accettabile, nel triennio 2017 - 2019, una riduzione delle già magre risorse destinate alle aree protette della Regione Veneto.
Si deve avere necessariamente un approccio integrato e lineare che elimini alla radice il rischio di una separatezza tra ambiente/natura, ecosistema e paesaggio. Il riordino dell'attuale normativa deve assicurare un approccio unitario alle tante valenze ed esigenze che caratterizzano il parco o l'area protetta. È indispensabile allargare la quantità e il perimetro delle aree naturali protette presenti nel territorio regionale del Veneto avendo riguardo alla saldatura delle varie tipologie di zone tutelate e valorizzando la conservazione e lo sviluppo della biodiversità , anche per le future generazioni. Siamo contrari a qualsiasi ipotesi o interesse a smembrarle e a ridurre le aree perimetrali di riserva integrale; servono regole chiare e semplici, serve un netto stop al proliferare di deroghe ed esclusioni
dai vincoli di tutela; al contrario la progettazione e la diffusione di buone pratiche di tutela e integrazione possono essere un grande volano economico per attività biologiche e per il turismo green e sostenibile. Ci convince una netta separazione tra le tre distinte funzioni di indirizzo, gestione e controllo; gli atti di programmazione/pianificazione e il sistema di controllo devono rimanere in capo alla Giunta regionale, la gestione può essere assicurata da un soggetto di diritto pubblico partecipato dalle Amministrazioni locali per stimolare il loro necessario e diretto coinvolgimento sulla valorizzazione del bene "parco o area protetta". Nello stesso modo riteniamo che sia utile e proficuo distinguere le funzioni propriamente politiche dalle competenze tecniche e scientifiche, come testimoniano le migliori esperienze italiane ed europee, valorizzando la rete esistente degli organismi e degli esperti scientifici. Il valore e la potenzialità anche economica dei parchi vanno promossi sul piano culturale ed educativo, evitando che possano essere vissuti dalle popolazioni residenti solo come "divieti e ostacoli". I parchi sono infatti una grande occasione di sviluppo economico e sociale se i contenuti della riserva integrale si saldano in modo armonioso con le necessità produttive (es. agricole/pascolo). Ci convincono le tante esperienze che hanno saputo fare economia e cultura sinergica tra residenti e fruitori del bene naturale; per questa ragione vanno contrastati coloro che si inventano sempre un nemico per costruire proposte contrarie all'interesse generale, sia che si tratti di controllo delle razze animali non autoctone sia della possibilità di praticare sport inconciliabili con il bene naturale. Riteniamo che tutte le attività impattanti dovrebbero essere bandite, senza se e senza ma: dalla cementificazione alla viabilità , dalle cave ai rifiuti, tanto per restare agli attacchi quotidiani che riguardano i parchi.; l'attività di vigilanza e controllo degli atti di gestione e di indirizzo della GRV andrebbe in questo senso meglio precisata e definita. Il finanziamento ordinario della rete ecologica regionale ha bisogno di uno sforzo diverso e maggiore del passato, se si intende per davvero avviare una nuova fase; in questo ambito poi si devono dettagliare le risorse finanziarie, umane, strumentali a disposizione di ogni singolo parco, considerando che obiettivi e riforme ambiziose hanno bisogno di impegni forti e stabili nella programmazione, almeno triennali. Per costituire un reale deterrente alle pratiche contrarie all'interesse generale da salvaguardare e per reprimere i vari reati che quotidianamente si consumano contro l'ambiente le sanzioni, anche di carattere amministrativo, devono essere adeguate al risultato da conseguire. Riteniamo utile una riduzione dei termini sia per quanto attiene alla fase transitoria sia per l'esercizio di interventi sostitutivi in caso di inerzia o inadempienza. In questi anni, conclud la nota, è cresciuta una forte sensibilità ambientale e una forte esigenza di salvaguardia dei beni primari e del territorio; per questo serve una buona legge costruita con una larga condivisione e orientata sostanzialmente a una reale valorizzazione delle aree protette del Veneto.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.