USB, il 2 giugno nei negozi non è obbligatorio lavorare
Giovedi 1 Giugno 2017 alle 10:37 | 0 commenti
E' la stessa corte di Cassazione che ha stabilito (sentenza Cassazione sezione lavoro sentenza 7 agosto 2015, n. 16592) che nelle festività civili e religiose individuate dalla legge n. 260/1949 ogni dipendente può legittimamente, astenersi dal lavoro, con la sola eccezione dei servizi essenziali (come nei trasporti o nella sanità ), anche nei casi dove la contrattazione collettiva, anche aziendale, lo preveda il contrario. Le ricorrenze individuate dalla sentenza sono: l'1 ed il 6 gennaio, il 25 aprile, il lunedì dopo Pasqua, il 1 maggio, il 2 giugno, il 15 agosto, il 1 novembre, l'8, il 25 ed il 26 dicembre. A seguito di questa pronuncia vai tribunali si sono pronunciati, l'ultimo in questi giorni a Firenze.
Secondo il giudice, "per l'eventuale prestazione lavorativa l'azienda deve trovare un accordo con il dipendente stesso". Niente straordinari, se non autorizzati dal lavoratore. Allo stesso tempo, il riposo festivo "è un diritto di cui le organizzazioni sindacali in sede di accordi collettivi non possono disporre, in assenza di uno specifico mandato ad esse conferito dal lavoratore". Non può imporlo il capo, non può imporlo il sindacato: la scelta di lavorare nelle giornate festive dovrebbe essere solo del lavoratore. La decisione del giudice tiene conto della "della giurisprudenza prevalente e più recente", ovvero si aggiunge a una lunga lista di sentenze che ribadiscono la non obbligatorietà della prestazione lavorativa nei giorni festivi.
Anche nel Veneto prosegue la campagna contro la liberalizzazione degli orari di apertura di negozi e centri commerciali. Per il sindacato USB il lavoro nei giorni festivi rende impossibile la vita sociale e familiare dei lavoratori, tra l'altro sempre più precari. In questi giorni attivisti della USB hanno organizzato dei volantinaggi di controinformazione rivolti ai lavoratori del commercio e della grande distribuzione. Una campagna dove abbiamo informato gli addetti del settore del diritto ad opporsi al lavoro festivo.
Ultimamente sempre nel Veneto qualche padrone della Grande distribuzione ha timidamente e forse strumentalmente affermato che forse sulle aperture domenicali si più discutere. Ricordiamo che in realtà il fatturato complessivo delle vendite non è aumentato si è solo spalmato su più giorni.
Inoltre la Regione Friuli Venezia Giulia ha fatto un accordo in cui limita le aperture domenicali è un accordo debole ma perchè Luca Zaia e Elena Donazzan che si sono espressi per una riduzione delle aperture festive non convocano le parti e riducono drasticamente le aperture festive limitandole a luoghi turistici o per eventi particolari e dichiarando intoccabili quelle stabilite dalla Cassazione?
La USB prosegue così la sua campagna nazionale contro le liberalizzazioni degli orari di apertura degli esercizi commerciali, contro la precarietà e lo sfruttamento.
L'80% dei lavoratori del commercio e della grande distribuzione sono donne. Il lavoro nei giorni festivi sta rendendo loro la vita sociale e familiare impossibile, tra l'altro con contratti part time, precari e con salari bassissimi che occupano tanto tempo e restituiscono pochissimo reddito.
Con la lotta al lavoro festivo intendiamo rimettere al centro il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori alle feste, ad un salario e ad un lavoro all'insegna della dignità , e vogliamo affermare il diritto di critica e di rappresentanza di un sindacato "fuori dal coro", che ha scelto bene da che parte stare.
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