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SPV, Rizzotto (ZP): Pedemontana va ultimata, il blocco dell'opera non è la soluzione giusta

Di Note ufficiali Mercoledi 15 Marzo 2017 alle 16:43 | 0 commenti

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"La nota della responsabile della Segreteria Generale della Programmazione della Regione Veneto, dott.ssa Ilaria Bramezza, conferma quanto andiamo sostenendo da tempo: la Superstrada Pedemontana Veneta va ultimata in quanto il blocco dell'opera non è percorribile". Lo afferma, in una nota ufficiale , la consigliera regionale del Gruppo Zaia Presidente Silvia Rizzotto, che spiega come "le ipotesi di risoluzione o revoca del rapporto con il concessionario SIS siano impensabili senza arrecare gravissimi danni, non solo al territorio, a causa del fermo cantieri in seguito al blocco dell'opera, ma soprattutto alle finanze regionali. Nella convezione sottoscritta nel 2009 (dal Commissario governativo, quale parte concedente, e dal concessionario aggiudicatario dell'opera) non è infatti prevista alcuna clausola di risoluzione del rapporto con la ditta concessionaria a causa delle difficoltà riscontrate dalla stessa nel reperire risorse sul mercato".

"Se si perseguisse questa strada - osserva la Rizzotto - oltre all'inevitabile lungo contenzioso che si aprirebbe, gli effetti sarebbero pesantissimi soprattutto per coloro che aspettano il pagamento degli indennizzi degli espropri, nonché per le ditte che stanno lavorando nel cantiere ed i vari operatori coinvolti. Pensare anche ipoteticamente di lasciare le opere eseguite solo parzialmente, interrompendo i lavori per un tempo imprecisato ma sicuramente molto lungo, rappresenta un'eventualità che solo i folli e gli irresponsabili possono prendere in considerazione". "Quanto costerebbe poi alle casse regionali - prosegue la consigliera regionale - e quindi alle tasche dei Veneti, una eventuale risoluzione anticipata del contratto per cause che l'accordo sottoscritto non contempla nemmeno? Di sicuro, si tratterebbe di cifre che non possiamo permetterci di sborsare, più di 2 miliardi di euro, oltre al rischio evidente di danno erariale che la Corte dei Conti potrebbe facilmente contestarci". "Quindi fermare l'opera - sottolinea Rizzotto - costerebbe più di 2 miliardi di euro, darebbe il via ad un contenzioso lunghissimo, determinerebbe il blocco dei cantieri con ripercussioni anche per l'economia locale, nonché causerebbe una importante dilazione nel pagamento degli espropriati e delle ditte fornitrici, lasciando un paesaggio apocalittico a causa di un'opera incompiuta: solo ipotizzarlo è follia". "Confido quindi nel senso di responsabilità dei consiglieri regionali, anche di opposizione - conclude Silvia Rizzotto - sperando che non si facciano influenzare da coloro che ancora pensano che l'opera vada fermata e riprogettata (come sostenuto da alcuni esponenti di comitati locali). Mi auguro che si possa quanto prima adottare quella soluzione che consenta di completare l'opera e pagare in tempi certi chi avanza soldi".


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