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Sanità pubblica, Brusco (M5S): Regione consente al collettore Arica di scaricare nel Fratta i reflui delle aziende vicentine

Di Emma Reda Martedi 21 Marzo 2017 alle 17:54 | 0 commenti

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Il consigliere regionale in quota Movimento Cinque Stelle Manuel Brusco, per mezzo di una nota ufficiale ha affermato come "la Regione consente al collettore Arica di scaricare nel Fratta i reflui delle aziende vicentine, nonostante alti livelli di Pfas". "Ci chiediamo - osserva l'esponente Pentastellato - quale autorevolezza abbia una Regione che in un primo momento emana un Decreto molto restrittivo, in linea con quanto affermato dall'Istituto Superiore della Sanità, indicando che i quantitativi di Pfas e simili presenti negli scarichi industriali debbano essere uguali a quelli contenuti nelle acque potabili, per poi invece procedere al rialzo a favore di chi questi inquinanti li produce e li disperde nelle acque superficiali e di falda".

"Il provvedimento regionale di cui stiamo parlando - sottolinea il consigliere regionale - non è certo il primo che viene ‘limato' per favorire attività industriali. La Miteni, ad esempio, pare soddisfatta di questo nuovo provvedimento, e vorrei ricordare che l'Arpav imputa a questa azienda il 97 per cento dell'inquinamento da Pfas nelle acque del Veneto". "Con la modifica al Piano di Tutela delle Acque - ricorda Brusco - la Giunta regionale si è espressa in merito, affermando che aziende simili non possano essere insediate in area di risorgiva e di ricarica degli acquiferi, ma che anzi dovrebbero essere delocalizzate". "Il contenuto del Decreto - precisa il consigliere M5S - affronta inoltre il problema dell'emissione dei composti inquinanti all'interno degli scarichi industriali, alzando i limiti dei Pfos da 30 ng/litro a 180 ng/litro, mentre rimane invariato il limite di emissione per i Pfoa, così come aveva indicato l'Istituto Superiore di Sanità, quantificandolo in 500 ng/litro. Probabilmente perché questi ultimi inquinanti ambientali non vengono più prodotti?". Manuel Brusco conclude chiedendosi "se la salute rimanga una priorità oppure se si continui a favorire il lavoro e le attività produttive pericolose, a discapito della salute e dell'ambiente".


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