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Referendum per l'autonomia: Roma tace, Youtube no

Di Piero Zanin Lunedi 19 Giugno 2017 alle 09:57 | 0 commenti

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Mancano poco meno di tre mesi al voto, ma del referendum per l'autonomia del Veneto si parla ancora poco. Lo stesso vale per la consultazione della Lombardia. Roma e la Stampa nazionale hanno bollato il caso, come l'ennesimo rigurgito leghista e anche in Veneto la campagna elettorale stenta a partire. L'esito della consultazione, infatti, è dato per scontato. Luca Zaia, governatore del Veneto lo ha detto più volte: "Non è tanto la vittoria del Si a cui si dovrà guardare, ma al numero dei votanti". La chiamata alle armi passa anche e soprattutto per il web. Con i principali quotidiani locali in altre faccende affaccendati, a scatenarsi è proprio il popolo della rete: un fenomeno già visto in passato ma con delle peculiarità nuove che segna, forse, un cambio di marcia nel rapporto tra media e politica, anche locale.

Tra serio e faceto, grazie anche al poco entusiasmo dei canali ufficiali, il referendum del prossimo 22 ottobre è un tema perfetto per il web. L'ironia è facile al Sud come al Nord, grazie alla caratterizzazione regionale. C'è chi come lo youtuber Il Canal, sugli aspetti più grossolani della natura veneta gioca da tempo con un seguito che esce però dai confini regionali, un gioco che sembra star riuscendo anche a "II veneto Imbruttito", canale video cugino del più noto "Il Milanese Imbruttito". La novità della campagna referendaria, però, arriva dalla politica che sempre più riconosce un ruolo a questi fenomeni della rete. Sulla sua pagina Facebook, ad esempio, Luca Zaia condivide il video in dialetto della bassanese Ilaria Brunelli in cui la giovane "indipendentista" spiega le ragioni del sì e la differenza tra autonomia ed indipendenza. Il Governatore del Veneto, qualche mese fa, non si era sottratto nemmeno ad una gag con il già citato Canal offrendo allo youtuber, per l'occasione travestito da bottiglia, un bicchiere di vino. Giochi, scherzi, che aiutano a colmare la distanza tra politici in giacca e cravatta e  cittadini sempre più visti come utenti. Questo sembra almeno il piano dei guro della comunicazione di partito. 

L'esempio è arrivato dall'alto: il binomio Renzi e twitter è ormai un caso scuola per molti laureandi in Scienze della comunicazione. Paradossalmente, però, il Pd sembra non voler giocare la partita, almeno sul web, per il prossimo referendum. Il conteggio dei voti, non dei mi piace, all'indomani del voto di Veneto e Lombardia, dirà se la strategia è stata quella giusta.

Leggi tutti gli articoli su: Luca Zaia, Ilaria Brunelli, Il Canal

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