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Rapina a San Marco, Roberto Ciambetti: sicurezza in Veneto sta diventando problema dramatico

Di Note ufficiali Venerdi 17 Marzo 2017 alle 16:30 | 0 commenti

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"Prima la tentata rapina una settimana fa nella gioielleria Bastianello vicino a campo San Bartolomeo alle 16.45. Ora, alle 13, i due rapinatori alla gioielleria Missiaglia con tanto di fumogeno alla base del campanile di San Marco come diversivo per creare caos che, fortunatamente non c'è stato. C'è, invece, un problema di sicurezza a Venezia: questi due episodi in pieno giorno lasciano sgomenti". Il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, esprimendosi tramite una nota ufficiale, non ha dubbi. "I due rapinatori che secondo le prime notizie non avevano fatto i conti con la reazione delle commesse e di un cameriere del Gran caffè Quadri", ha spiegato Roberto Ciambetti, "hanno scelto per colpire alle Procuratie Vecchie la gioielleria più antica della città proprio in una giornata particolare, visto che il 17 marzo segna l'anniversario dell'avvio della rivolta antiaustriaca sfociata il 22 marzo 1848 nella proclamazione da parte di Daniele Manin della Repubblica di San Marco".

"In quella primavera", ha precisato Cianbetti, "la Gioielleria Missiaglia era già attiva da un paio di anni. Proprio San Marco in quei giorni del 1848 era diventata un punto di riferimento a cui tutti i liberali e democratici europei guardavano con speranza, mentre oggi, dopo quanto è accaduto penso che in molti guardino a questa piazza e a questa fragilissima città con giusta preoccupazione, visto che la delinquenza giunge ad agire sfrontatamente in pieno giorno. Il nodo della sicurezza delle nostre città è evidente: siamo davanti ad una malavita sempre più violenta e priva di ogni freno inibitore, un modello di delinquenza irresponsabile e disposta a tutto, che non sa valutare le conseguenze dei suoi atti e la portata delle sue azioni. Fortunatamente a Venezia non è scoppiato il panico, ma chiediamoci cosa poteva accadere in una delle piazze più affollate in Europa, in una giornata di sole primaverile". Il Presidente del Consiglio regionale poi insiste: "In Veneto, non solo a Venezia, c'è un grossissimo problema relativo agli organici e dotazioni operative delle Forze dell'Ordine: a Vicenza l'età media degli agenti di polizia s'aggira attorno ai 50 anni e mancano come minimo una trentina di unità - continua Ciambetti - Le altre città venete non presentano problemi diversi, mentre ovunque ladri, rapinatori, spacciatori, delinquenti di ogni razza ed etnia il più delle volte la passano liscia e se anche colti sul fatto nel volgere di poche ore tornano in libertà, liberi di agire e di compiere nuove prodezze. Troppe volte si ha l'impressione che lo stato, qui in Veneto, sia abilissimo nel presentarsi come gabelliere e riscossore di tasse ma non come difensore dei cittadini. E' lo stesso stato che mette in difficoltà le sue stesse Forze dell'Ordine, costrette a turni massacranti e ad affrontare la malavita con strumenti sempre più obsoleti e inadeguati. E' lo stesso stato che ha chiuso il Tribunale di Bassano, colpevole di troppa efficienza e utilità". "Quanto è accaduto a Venezia quest'oggi - conclude Ciambetti - non può finire tra le curiosità di episodi strani di rapinatori maldestri, ma deve piuttosto spingere noi tutti a reclamare con forza ciò che ci spetta visto che questa regione versa all'erario miliardi di € in imposte e tasse che non ritornano indietro in servizi e investimenti. Tartassati e vessati: questa situazione non è più sostenibile"

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