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PFAS, M5S Veneto afferma: "La regione sapeva dei rischi per la salute, ma ha sempre taciuto. Va chiusa linea Pfas". La replica della Miteni: verifichi il ministero della salute

Di Note ufficiali Venerdi 6 Gennaio 2017 alle 15:46 | 0 commenti

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Pubblicato il 6 gennaio alle 15.46, aggiornato alle 18.11 con la replica di Miteni alla nota del M5S Veneto  pubblicata di seguito e che qui vi proponiamo: "Sarebbe auspicabile che il ministero della salute acquisisse questa e le altre ricerche usate anche in modo politico negli ultimi mesi per valutarne il valore scientifico anche nel contesto delle numerosi ricerche svolte in tutto il mondo». Di seguito la nota M5S che ci è arrivata a firma del senatore Enrico Cappelletti, dei deputati Francesca Businarolo e Alberto Zolezzi, dei consiglieri regionali Jacopo Berti e Manuel Brusco, di Sonia Perenzoni, consigliere comunale Montecchio Maggiore, e dell'amministrazione di Saregoprima pubblicata. "Il registro nascite gestito dalla Regione rivela che i Pfas causano malattie, anche mortali": è così che inizia la nota del M5S Veneto in cui si parla di un aumento della gestosi e del diabete in gestazione nelle donne in gravidanza e problemi per alcuni neonati.

C'è un incremento anche di cardiopatie e diabete. Le malattie mortali collegate ai Pfas sono cardiopatie ischemiche, malattie cerebrovascolari, diabete mellito e Alzheimer. Il M5S Veneto insorge: "Abbiamo sempre parlato dei rischi causati dai Pfas per la salute, ma la cosa più grave è che l'indifferenza della Giunta regionale veneta non era dettata dall'ignoranza. Loro sapevano ma hanno taciuto!".

Il riferimento è al fatto che il direttore generale dell'Area sanità e sociale della Regione, Domenico Mantoan, ha inviato un documento (datato 17 novembre 2016, clicca qui per la risposta, lo studio e l'interrogazione del M5S con le date rispettive da tenere in conto) che parla di questo studio agli assessori regionali alla sanità, ambiente e agricoltura Luca Coletto, Giampaolo Bottacin e Giuseppe Pan. Il documento è regolarmente protocollato, ma è stato tenuto segreto.

"Dunque non eravamo allarmisti, perfino da denunciare. Piuttosto sono loro da denunciare per la violazione del principio di precauzione - continuano i 5 Stelle - ora fra le soluzioni proposte c'è lo spostamento della Miteni. Non hanno ancora capito il danno e le responsabilità che hanno in merito? Pensano di risolverlo spostandolo da un'altra parte?" (nela foto una visita di cittadini alla sede di produzione, ndr).

"La nostra proposta è quella di chiudere la linea Pfas della Miteni, azienda responsabile dell'inquinamento, e deve cessare l'export di Pfas in regioni dove i cittadini sono ignari, come accade per percolati, idrolizzati e fanghi che arrivano a ritmi di fiera tutti i giorni in provincia di Mantova - dicono gli esponenti veneti del movimento - È urgente, infine, bonificare le zone inquinate e si costruisca una rete d'acquedotto adeguata".

"I costi dell'operazione, una cifra conteggiata in 224 milioni di euro dalle autorità di bacino Veronese, della Val Chiampo e del Bacchiglione, devono essere pagati dalla Miteni, secondo il principio "chi inquina paga". Ricordiamo inoltre che il ministero dell'ambiente a domanda specifica sul perché non fa applicare il principio chi inquina paga non dà risposta da più di un anno - proseguono i 5 Stelle - il 27 luglio 2016 interrogammo la Regione per sapere perché non ordinasse la chiusura della Miteni, visto che sosteneva di aver fatto tutto il necessario per risolvere il problema".

"La loro risposta datata 27 ottobre è un arrampicarsi sugli specchi privo di significato - fanno sapere i pentastellati - da notare che il 27 ottobre erano già a conoscenza dello Studio sugli esiti materni e neonatali in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche, uno studio del 29 settembre 2016 con protocollo 398534 del 17 ottobre 2016!".

"La politica locale ha quindi responsabilità gravissime delle quali deve pagare e gli assessori interessati dovrebbero dimettersi dopo uno scandalo del genere. Con quale faccia si presenteranno ancora al cospetto dei veneti? - concludono gli esponenti M5S - Anche la politica nazionale ha le sue colpe".

I 5 Stelle ricordano infatti le promesse del Pd: "Oltre alla Regione, anche il Governo centrale ha giocato con la nostra salute facendo promesse mai mantenute. Dal governo Renzi erano arrivate promesse ben specifiche, e diversi parlamentari Pd del territorio avevano fatto da cassa di risonanza. Ci aveva messo la faccia anche Luca Lotti, ora ministro: dovevano arrivare risorse importanti assieme a quelle per il collettore del Garda e per la bonifica di Ca' Filissine. Per i Pfas si parlava di 80 milioni. Non si è visto un soldo, con l'aggravante che dei Pfas non ne ha più parlato nessuno e con il cambio di governo, anzi col governo-fotocopia, anche se Lotti e molti altri ci sono ancora, sembrano esserselo dimenticato".


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