Patto territoriale per il lavoro, Donazzan e Lanzarin: "Amministrazioni locali fondamentali per lo sviluppo e l'occupazione"
Martedi 4 Aprile 2017 alle 15:48 | 0 commenti
Con l'incontro svoltosi oggi in Regione, a palazzo Balbi, 186 comuni delle province di Verona e di Vicenza, coordinati da quatto cabine di regia (tre per i 74 comuni del Veronese, una per i 112 comuni del Vicentino), si mettono in rete con le politiche regionali per fare inserimento lavorativo nel territorio e coordinare al meglio risorse pubbliche e private nel fronteggiare crisi economiche e sociali. In particolare, i patti guardano ai bisogni occupazionali, di assistenza e accompagnamento espressi da persone e comunità coinvolte in crisi o processi di trasformazione produttiva provengono dai cittadini, in particolare quelli più svantaggiati.
A perseguire la formula delle "larghe intese" sono i rappresentanti delle conferenze dei sindaci delle ex Ulss, l'assessore regionale alla formazione e lavoro Elena Donazzan, l'assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin - affiancate dal responsabile della Direzione regionale lavoro Pierangelo Turri - il rappresentante della provincia di Verona per le politiche attive del lavoro Giorgio Malaspina, il sindaco di Schio Valter Orsi in rappresentanza della ‘cabina di regìa' istituita nella provincia berica, il vicesindaco del comune di Valeggio sul Mincio Marco Dal Forno, il consigliere del comune di Legnago Gianfranco Falduto e l'assessore di San Bonifacio, Fabio Merlo, in rappresentanza dei sindaci del Veronese.
"Andiamo a costruire un partenariato, una solida alleanza pubblico-privata - sintetizza l'assessore Donazzan - per realizzare insieme politiche del lavoro e politiche sociali ‘su misura', in base alle esigenze e alle potenzialità dei singoli territori. C'è bisogno di un ‘filo diretto' tra amministrazioni e servizi per prendersi cura dei soggetti particolarmente fragili: over 50, padri e madri di famiglia, che sono da tempo esclusi dal mondo del lavoro. Soggetti privati di peso come le fondazioni bancarie, enti del terzo settore, centri di formazione professionale, insieme possono creare ‘agenzie sociali', servizi di prossimità , percorsi di formazione e di collocamento come i lavori di pubblica utilità , purchè ci sia una regìa comune. Il patto territoriale, formula già sperimentata con successo in altri territori (come nel Padovano con la Fondazione Cariparo) e per obiettivi di sviluppo economico, rappresenta lo strumento ideale per mettere in dialogo diretto i decisori e gli operatori presenti nel territorio".
La Regione Veneto, con l'assessorato al lavoro, ha già dato indicazioni precise in merito con i due bandi per "azioni integrate di coesione territoriale" e per i lavori di pubblica utilità , impegnando rispettivamente 5 e 8 milioni di euro, in particolare per l'inserimento lavorativo, attraverso tirocinii, autoimprenditorialità e misure di accompagnamento. "Il coordinamento regionale - chiosa l'assessore Lanzarin - garantisce una regìa più forte e stringente, pur valorizzando una governance locale e autonoma degli interventi. Un patto territoriale ‘allargato' a 186 comuni consentirà di facilitare il dialogo tra operatori sociali e operatori del mercato del lavoro, promuovendo le rispettive competenze. L'alto tasso di adesione dei Comuni vicentini (112 su 120, pari al 95% delle amministrazioni locali della provincia berica) conferma la positiva esperienza maturata e l'impegno condiviso a mettersi in rete e fare squadra con la Regione per ottimizzare fondi, progetti e iniziative di formazione, riqualificazione professionale, ricollocamento e sostegno sociale. Politiche sociali e politiche del lavoro finiscono per intrecciarsi ed avere la medesima interfaccia nei singoli territori perché, di fatto, riguardano le medesime tipologie di persone".
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