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Pari opportunità, Rizzotto: “La doppia preferenza di genere è un’offesa per le donne”

Di Note ufficiali Mercoledi 8 Febbraio 2017 alle 18:03 | 0 commenti

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"Condivido la previsione che i candidati nelle liste elettorali delle varie consultazioni debbano essere di genere diverso e che quindi vi siano delle ‘quote' di genere da riservare nelle liste: questo sistema risponde all'esigenza di dare ‘pari opportunità' e di cercare di favorire una maggior presenza femminile nelle Istituzioni". Lo sostiene in una nota Silvia Rizzotto, Capogruppo di Zaia Presidente in Consiglio regionale del Veneto. "Allo stesso tempo tuttavia - puntualizza la Capogruppo in una nota - rilevo che sia un'offesa, in particolare per le donne, che attualmente sono il genere meno rappresentato nelle Istituzioni, prevedere per legge che una ‘quota' sia riservata a loro fra le elette, come avviene attualmente nelle giunte comunali con la riforma degli enti locali, dove almeno il 40% dei componenti sia di genere diverso.

Scegliere i componenti di Giunta in base al sesso e non alle loro competenze è sicuramente discriminatorio". La Presidente Rizzotto dichiara inoltre di essere contraria alla previsione della ‘doppia preferenza di genere' da inserire nella legge elettorale regionale: "L'elettore può scegliere il candidato che preferisce; nelle liste viene garantita la possibilità di avere candidati di genere diverso: perché allora trattare le preferenze in modo diverso? Se siamo ‘pari', perché un candidato di sesso maschile non è ‘pari' ad una candidata di sesso femminile e gli elettori dovrebbero esprimere due preferenze di sesso diverso? Perché non possono scegliere due donne o due uomini, se preferiscono? Se possono scegliere solo un candidato hanno libertà di genere; se invece viene consentito di sceglierne due, li obblighiamo a fare una ‘discriminazione' verso alcuni candidati. I candidati una volta inserirti nelle liste elettorali dovrebbero avere la stessa possibilità di essere eletti, indipendentemente dal loro sesso, ma scelti solo per le loro caratteristiche". "Ritengo offensivo per le donne - sostiene Rizzotto - prevedere la diversità di trattamento: questa possibilità lascia intendere che gli elettori sceglierebbero di votarle solo se costretti da una legge, mentre la realtà dimostra il contrario. Personalmente, non mi sono mai sentita discriminata in quanto donna nelle varie consultazioni elettorali alle quali ho partecipato: sono stata nel 1995 la prima donna assessore nel mio Comune, Altivole, e non vi era l'obbligo di quote rosa in Giunta. Sono stata nel 2004 la prima donna eletta Sindaco nel mio Comune e nel 2014, alle elezioni regionali, sono stata la candidata con il maggior numero di preferenze personali nella circoscrizione di Treviso e non vi era la doppia preferenza. Ritengo che gli elettori in quelle occasioni non mi abbiano scelto perché donna, bensì perché mi hanno considerato una candidata idonea a rappresentarli e questo dovrebbe essere il motivo per cui viene scelto un candidato, al di là del genere. Pertanto, non condivido la proposta di legge presentata dal Partito Democratico, prima firmataria Alessandra Moretti, che vorrebbe introdurre nella legge elettorale regionale l'obbligo della doppia preferenza di genere". "L'attuale legge regionale potrà essere cambiata - conclude Rizzotto - solo se costretti dalla norma nazionale, fermo restando che non è questa la scelta della maggioranza".


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