Quotidiano | Categorie: Banche, Fatti, Economia&Aziende

Letti e riletti per voi il 29 maggio: il caso Malvestio e JP Morgan per i mutui Veneto Banca, i tagli dei dipendenti BPVi voluti da Bruxelles, le BCC...

Di Piero Zanin Lunedi 29 Maggio 2017 alle 13:11 | 0 commenti

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«Funzionava così: il cliente mette l'ipoteca sulla casa, riceve i soldi e non rimborsa niente. Pagano i suoi eredi. Quando pagano? Quando muore il secondo coniuge, se sono in due ad aver chiesto il mutuo. Per cui di fatto è una scommessa sulla durata della vita umana: se i due coniugi muoiono presto, J.P. Morgan guadagna, se muoiono tardi J.P. Morgan non prende mai i soldi...» E' questo uno degli stralci salienti del lungo articolo a firma Renzo Mazzaro apparso oggi sulle pagine de "Il Mattino di Padova" dedicato alle indagini romane su Veneto Banca dal titolo "Il giallo dei mutui di J.P. Morgan", quando Malvestio (nella foto), adombrando un retroscena «che porterà il nuovo consiglio in galera molto prima del vecchio» disse in una telefonata avvenuta il 4 giugno 2015 tra lo stesso Malvestio e Massimo Lembo, dirigente della compliance di Veneto Banca (ufficio che si occupa della correttezza delle procedure).

Il virgolettato che riportiamo è proprio di Massimo Malvestio, l'avvocato che nel 2015 venne interpellato dai vertici della banca veneta riguardo le operazioni di vendita dei mutui da parte di J.P. Morgan. Un'operazione che il consulente bollò come una vera e propria truffa, senza, però, venir ascoltato.

Malvestio, oggi, interrogato dai giornalisti dopo la pubblicazione della telefonata di 27 minuti avvenuta al tempo dei fatti tra lui e Massimo Lembo, spiega: «non volli vedere nemmeno le tabelle, era chiaro si trattasse di una truffa». L'accordo tra la ex popolare veneta e il gigante americano consisterebbe, secondo la GdF di Mestre che ha effettuato le intercettazioni, in questo: J.P. Morgan vendeva un pacchetto di mutui a prezzo gonfiato ed in cambio comprava 60 milioni di azioni di Veneto Banca. Peccato, poi, che i debiti in vendita fossero quasi sicuramente inesigibili per le condizioni contrattuali.
Non si tratta dell'unico articolo che Il Mattino dedica al caso delle popolari. Notizie allarmati arrivano anche dal fronte europeo e questa volta non riguardano il passato. Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, infatti, dovranno tagliare il personale del 40%. Sono queste le indicazioni di Bruxelles raccolte per il quotidiano padovano da Roberta Paolini che sintetizza: "l'Europa e la Banca Centrale vorrebbero un ulteriore taglio dei dipendenti per far rientrare i costi, portando l'asticella fino al 40% della forza lavoro sugli oltre 11mila dipendenti. Insomma starebbero chiedendo un 10% in più".
Veneto Banca ed ex Popolare vicentina al momento, però, restano a guardare ed intanto è ilo ministro Padoan a cercare nuove strade: o si immettono nuovi danari raccogliendoli da un pool di banche con la garanzia del "tesoro" o si fanno convergere sulle venete i mezzi del Fondo interbancario volontario ora destinati a mettere in sicurezza Carim (Rimini) e CariCesena prima di essere agganciate a Cariparma-Credit Agricole. In ogni caso per gli 11 mila dipendenti delle due Popolari, non c'è da stare allegri. Potrebbero presto essere la metà.
Ancora alle banche, ma questa volta alle Bcc, dedica un interessante Articolo il Gazzettino nella sezione padovana dal titolo: "ISTITUTO DI CREDITO Ieri l'assemblea dei soci ha approvato i bilanci delle due ex Bcc".
Si è tenuta domenica, infatti, nella città del Santo la prima assemblea ordinaria della neonata Banca Patavina, per l'approvazione dei bilanci dell'esercizio 2016 delle due ex Bcc di Sant'Elena e di Piove di Sacco. Durante l'incontro il presidente Leonardo Toson ha, inoltre, illustrato ai soci la proposta di adesione ad Iccrea, che dopo gli scontri degli scorsi mesi, sembra aver conquistato la fiducia della maggioranza dei vertici delle banche di credito cooperativo. Ha sancire il buon andamento delle due padovane, unite dall'inizio del 2017, il direttore generale Gianni Barison: «Banca Patavina, nata il 1 gennaio 2017 - aggiunge il direttore generale Gianni Barison - è partita con il piede giusto. Si presenta infatti al 30 aprile, dopo 4 mesi di attività, con una raccolta complessiva da clientela di 2 miliardi di euro, in crescita di 20,2 milioni, impieghi per complessivi 1,3 miliardi di euro, in leggera flessione, un patrimonio di 131 milioni di euro con indici patrimoniali superiori ai limiti richiesti, indicatori economici in linea con la previsione del piano industriale che consentono di rappresentare, al 31 marzo 2017, un risultato trimestrale già positivo.».


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