La querelle sul burqa è "Inutile e discriminatoria, la legge nazionale già ne prevede il divieto di fatto". Così ha parlato Bartelle (M5S)
Martedi 31 Gennaio 2017 alle 16:25 | 0 commenti
"Connotazione discriminatoria". La consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle Patrizia Bartelle interviene, si legge in una nota, a margine della discussione sul divieto di indossare il burqa che ha infiammato l'aula di Palazzo Ferro-Fini. "Siamo d'accordo - rileva l'esponente pentastellata - nel vietare che in luoghi pubblici si possa girare a volto coperto, così come vuole giustamente la legge. Ad impedire l'uso del burqa, come peraltro quello degli accessori che occultino il volto, come ad esempio caschi, ci pensa già una vecchia legge del Tulps, il Testo unico di pubblica sicurezza, che prevede per l'appunto il divieto di comparire in pubblico mascherati o, come integrato addirittura già nel lontano 1975, 'con mezzi atti a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico', come recita la normativa".
Di qui il dubbio che lancia la Bartelle: "Alla luce di tutto questo, ci chiediamo perché allora il testo portato in Consiglio regionale dalla Lega nord faccia riferimento a specifiche religioni, leggasi Islam, dando a questa iniziativa una incostituzionale connotazione discriminatoria come rileviamo dall'articolo 3. Ricordiamo infine che questo tipo di leggi, ovvero le leggi statali di iniziativa regionale, quelle che per capirci devono essere approvate dal Parlamento, non vengono mai recepite, come evidenzia lo zero per cento che figura alla casella 'leggi approvate". Morale? Solo un'altra, l'ennesima battaglia propagandistica della Lega.
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