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La Coldiretti di Lonigo forma gli studenti dell’Agrario Trentin alla lettura delle etichette

Di Note ufficiali Lunedi 20 Marzo 2017 alle 13:33 | 0 commenti

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Grande interesse e partecipazione questa mattina al'Istituto agrario Trentin di Lonigo, dove Coldiretti ha organizzato un convegno formativo sul tema "Dietro all'etichetta la verità: come riconoscere il vero made in Italy". Un evento importante, che ha ufficialmente aperto la 531^ Fiera di Lonigo, ed ha visto in prima fila il sindaco Luca Restello, che ha sottolineato l'importanza di iniziative come questa per stimolare i giovani ad emanciparsi ed a sviluppare una cultura della conoscenza del cibo attenta e critica, nonché il dirigente scolastico dell'Istituto agrario e rappresentanti politici locali. Dopo i saluti del presidente di Zona della Coldiretti di Lonigo, Claudio Zamon, che concretamente ha ideato ed organizzato l'evento, il convegno è entrato nel vivo, con l'intervento di Lorenzo Bazzana (responsabile Area Economica della Confederazione nazionale Coldiretti), che ha approfondito il tema "La tutela del prodotto made in Italy" davanti ad una platea di gremita di giovani raccolti nell'auditorium dell'Istituto leoniceno.

"I temi dell'etichettatura, della verità, ovvero della trasparenza e della tutela del prodotto made in Italy - spiega Bazzana - sono importanti per Coldiretti, ma sono anche richiesti, ricercati e voluti dai consumatori. Se poi la platea a cui ci si rivolge è quella composta dagli studenti di un istituto tecnico agrario, l'argomento assume una triplice valenza, perché questi ragazzi sono, insieme, i consumatori di oggi (e di domani), i prossimi decisori di acquisto (oggi lo sono i loro genitori) ed i futuri professionisti del settore agroalimentare (in tutti i possibili ruoli, dall'imprenditore agricolo, al buyer della GD, al direttore di stabilimento dell'industria, ecc...). E in questa loro triplice veste è fondamentale che conoscano la segmentazione del mercato, il trend dei consumi, la maggiore o minore autosufficienza dell'Italia per quelle materie prime che diventeranno prodotto italiano o prodotto confezionato in Italia". Fulcro della conoscenza è l'etichetta, uno strumento che negli anni è diventato sempre più ricco di informazioni, ma che altrettanto frequentemente è stato adoperato per veicolare messaggi fuorvianti, studiando la psicologia del consumatore ed indirizzando all'acquisto di determinati prodotti. "È fondamentale comprendere come l'etichetta, supportata da adeguati controlli - sottolinea Bazzana - possa essere/diventare uno strumento di trasparenza, visibilità ed identificazione nel mercato globalizzato". Dopo una rapida trattazione dei punti di forza del made in Italy, delle sue diverse tipologie, dei rischi di mercato connessi all'agropirateria, alla delocalizzazione, all'importazione di semilavorati, l'esperto di Coldiretti ha preso in esame i flussi di import/export dei prodotti agricoli, al fine di valutare il grado di autosufficienza delle diverse filiere agroalimentari. L'analisi dei nuovi consumi agroalimentari, delle nuove esigenze del consumatore e l'illustrazione dell'attuale situazione delle regole di etichettatura, è stata completata con una carrellata di esempi pratici, per condividere un metodo critico di analisi delle etichette e dei prodotti capace di portare il consumatore, il buyer ed il professionista del settore agroalimentare a sviluppare una sensibilità per comportamenti consapevoli, supportati dalla conoscenza e non dagli slogan della pubblicità. "L'italian sounding è uno dei nostri nemici - concludono il presidente di Coldiretti Vicenza e Veneto, Martino Cerantola ed il direttore di Coldiretti Vicenza, Roberto Palù - in quanto oltre alle etichette poco chiare dobbiamo trasmettere ai consumatori l'importante messaggio, ed è quello che abbiamo fatto in questi ultimi anni, che l'intero involucro del prodotto riporta delle informazioni che vanno osservate e comprese. I colori del packaging, la forma ed il linguaggio utilizzato spesso svelano molti dettagli che traggono in inganno chi acquista e di rado va oltre la lettura della data di scadenza del prodotto. Impariamo a perdere qualche minuto in più quando facciamo la spesa, perché questo si traduce in qualità della vita e riduce la spesa sanitaria conseguente a consumi di scarsa qualità".


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