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Il "tesoro" di Consoli all'estero, Il Mattino di Padova: per avv. Moscatelli "i controlli hanno smentito don Torta, è un dossieraggio"

Di Rassegna Stampa Domenica 23 Aprile 2017 alle 13:14 | 0 commenti

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Un caso a metà tra il giallo e la spy story quella che ha per oggetto il "tesoro" dell'ex direttore generale di Veneto Banca Vincenzo Consoli. Tesoro nascosto all'estero secondo l'esposto presentato in Procura la scorsa estate dal leader dei risparmiatori don Enrico Torta che, a sostegno di tale ipotesi, aveva allegato una serie di visure da cui il manager (ma non solo lui) risultava titolare di diverse società dislocate in paradisi fiscali. Notizie prive di ogni fondamento aveva immediatamente replicato l'ex dg, bollando come fasulla la documentazione e smentendo l'esistenza di un qualsiasi tesoro estero. Ora, a sostegno di tale posizione, spuntano nuove visure, con esiti completamente diversi da quelle precedenti. Si tratta di documenti firmati da una società britannica specializzata in materia di ricerche societarie internazionali - la Legalinx 7Side - che ha eseguito le visure sulle stesse società indicate nell'esposto dei risparmiatori.

Ebbene, in questi documenti, del suo nome non c'è traccia. Il nuovo materiale sarà presentato alla magistratura dai legali di Consoli. Quattro le società oggetto delle visure. C'è la Siip Investments inc registrata a Panama il 20 maggio con un capitale sociale di 82 mila dollari e con al vertice tal Dal Verme e Manuel Jose Berrocal. E fin qui le visure coincidono perfettamente. La differenza sta nel nome di Consoli che figura nelle carte dell'esposto e che invece non compare in quelle dell'ex ad; è presente invece tal "Giuseppe Consolini". Poi c'è la "Veneto Limited" di Hong Kong, registrata con il numero 1790168 e guidata da Vincenzo Consoli stando agli atti presentati da don Torta; in quelli dell'ex dg, invece, il nome non figura da nessuna parte e la società risulta guidata da cinesi. Terzo caso: nell'esposto alla Procura c'è la "Vincenzo Consoli" di Vaduz, Liechtenstein, registrata con il codice Fl0001.030.335-7. Ebbene la società britannica, con quel numero di registro, non ha trovato traccia della "Vincenzo Consoli", mentre figura la "Consolidated Holdings Establishment" guidata da stranieri. Infine la venezuelana "Inversiones y Construcciones Cespedes Maiorana Ca" che vede tra i responsabili Vincenzo Consoli, insieme a un ufficiale della Finanza che ha prestato servizio a Treviso. E nelle visure eseguite dalla società inglese? Ebbene, in quelle figura addirittura un "no trace report"; nessuna traccia in Venezuela di una società con questo nome. «Dossieraggio». Ma com'è possibile che documenti riferiti alle stesse società diano esiti diversi? C'entra forse la data in cui la visura è stata fatta (nell'estate dello scorso anno quelle di don Torta, nel gennaio 2017 quelle nuove)? In sostanza: le composizioni societarie potrebbero essere state nel frattempo cambiate ed entrambe le parti avere ragione? I legali di Consoli escludono qualsiasi intervento dell'ex dg: era ai domiciliari, spiegano, e non poteva comunicare neppure con i figli senza l'autorizzazione del giudice. Figurarsi dunque fare operazioni su società estere. D'altra parte don Torta non ha certo fabbricato documenti sull'ex manager. E dunque? «Dunque Consoli è vittima di dossieraggio», affermano i suoi avvocati che chiederanno alla magistratura di fare chiarezza su questo aspetto del caso Veneto Banca.

di Sabrina Tomè, da Il Mattino di Padova

 

L'avvocato Moscatelli: "Contro l'ex dg c'è stato un dossieraggio"
da Il Mattino di Padova

«Ribadiamo ancora una volta che Consoli non ha conti all'estero, non ha società o partecipazioni societarie in Paesi stranieri, non ha beni nascosti tantomeno in paradisi fiscali. Al fine di dare prova di ciò, Consoli si è reso sin da subito disponibile e collaborante anche verso eventuali rogatorie che i magistrati vorranno compiere sul suo conto». Lo afferma il legale dell'ex direttore generale di Veneto Banca Vincenzo Consoli, l'avvocato Alessandro Moscatelli, con riferimento alla vicenda delle visure diventate oggetto di un esposto la scorsa estate e riferite a un presunto tesoro all'estero, sottoforma di partecipazioni societarie in paradisi fiscali dislocati in diverse parte del pianeta. E prosegue: «Questa documentazione nega l'esistenza di società o partecipazioni sociali del Consoli all'estero come denunciate dall'esposto di don Enrico Torta lo scorso anno e che tanto clamore destarono. La notizia non è vera. Spiace che un uomo per bene e di Chiesa qual è don Torta sia stato utilizzato come strumento per un dossieraggio farlocco, utile solo a far apparire Vincenzo Consoli come colui che per timore ha nascosto i propri denari in strane società di comodo». Conclude l'avvocato Moscaltelli: «Ricordo che Consoli non si è mai spogliato di alcun bene, lasciando appesi alle pareti di casa finanche i quadri. Egli infatti ritiene la propria condotta all'interno di Veneto Banca, sempre tesa al perseguimento dell'interesse dell'Istituto e soprattutto dei soci; ad ogni modo sempre legittima».

 


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