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Corriere del Veneto: altri otto dirigenti nel mirino, sono 43 i multati dalla Consob

Di Rassegna Stampa Mercoledi 21 Giugno 2017 alle 10:32 | 0 commenti

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Popolare di Vicenza, spuntano i nomi di altri otto dirigenti. Che portano a 43, tra membri del cda, sindaci, manager e dirigenti della banca, i destinatari della maxi-multa da 9 milioni e 147 mila euro, che la Consob ha caricato sulla banca vicentina dopo l'ispezione andata avanti un anno tra il 2015 e il 2016. Il dettaglio di quanto deciso dall'Authority di controllo delle società e della Borsa per la gestione della popolare guidata dal presidente Giovanni Zonin e dal direttore generale Samuele Sorato è ora completa, dopo la pubblicazione, ieri, dell'ultima delle sei multe per la gestione che ha portato al dissesto la banca.

Il quadro dei multati è ora completo, dopo che nell'elenco sono comparsi anche i nomi di otto dirigenti collegati agli aspetti della compravendita delle azioni, tra acquisti finanziati e procedure di vendita incerte, che avevano portato al fenomeno dei soci scavalcati nella vendita. I nomi nuovi sono quelli di Gianmaria Amato, direttore commerciale nel 2015, dopo esser stato responsabile della direzione small business tra 2010 e 2012 e poi della direzione retail fino a fine 2014, multato per 25 mila euro. E ancora dei due responsabili della compliance, funzione deputata a controllare correttezza di regole e procedure, Anna Gabriele, tra 2010 e 2011, e Giuseppe Ferrante, in carica da allora fino a febbraio 2016, multati per 30 e 75 mila euro. Ancora tra i dirigenti nel mirino Consob il gestore private Roberto Rizzi, multato per diecimila euro, Sergio Romano, responsabile della direzione supporto rete e direzione sviluppo, dal 2011, destinatario di una sanzione di 35 mila euro, e Filiberto Romio, responsabile dell'unità operativa gestione soci dal 2010, multato per 25 mila euro. E ancora, Costante Turco, responsabile della direzione coordinamento commerciale tra 2011 e 2012, poi responsabile della direzione regionale centro sud Italia fino al 2013, in staff alla divisione mercati fino al marzo 2015 e responsabile dell'unità operativa sviluppo soci tra il marzo e il giugno di due anni fa, che ha avuto 40 mila euro di multa. Infine Alessandro Balboni, responsabile della direzione corporate e merchant banking tra 2008 e e 2014 e poi responsabile della divisione crediti fino al luglio 2015, multato per 20 mila euro.
Completano l'organigramma della direzione generale, con Paolo Marin, responsabile della direzione crediti tra 2010 e 2014 (multa di 25 mila euro) e a Claudio Giacon, l'attuale direttore generale del Credito Trevigiano di Vedelago (170 mila euro di multa, con violazioni imputate a titolo di dolo), che faceva capo a Samuele Sorato e al suo vice Emanuele Giustini, a cui sono andate multe per 690 e 325 mila euro, e ai quali Consob attribuisce comportamenti dolosi. Ma tra i manager multati spunta anche il nome di Divo Gronchi, consigliere delegato tra il 2008 e il 2011, a cui sono andati 40 mila euro di multa.
I sei procedimenti come si ricorderà mettono nel mirino l'aumento di capitale 2014, con le violazioni sulle procedure di adeguatezza, le violazioni sulle richieste di vendita e sulle procedure per fissare il prezzo e poi il meccanismo di finanziare l'acquisto delle azioni usato in quantità industriali, che aveva portato nel 2015 a stralciare un miliardo dal capitale della banca.
Tra i consiglieri il quadro è altrettanto chiaro. Per l'ex presidente Gianni Zonin la multa è di 370 mila euro, a cui si aggiungono solo due mesi d'interdizione dai cda delle società quotate, con l'imputazione della colpa grave per la «specifica delega ricevuta sui prospetti» e come firmatario di varie dichiarazioni di responsabilità.
Colpa grave anche ad altri sette tra consiglieri e sindaci. Ai due vicepresidenti Marino Breganze e Andrea Monorchio, ai consiglieri Franco Miranda, Giorgio Tibaldo, Maurizio Stella e Paolo Angius, che partecipavano i primi due al comitato soci e i secondi due a quello reclami. Colpa grave anche per Giuseppe Zigliotto, che partecipava al comitato reclami e «aveva in prima persona - scrive Consob - beneficiato di un finanziamento baciato e tale circostanza rappresentava specifico segnale di allarme». Colpa grave anche per il collegio sindacale, che aveva «ignorato specifici segnali d'allarme o richieste di approfondimenti».

Di Federico Nicoletti per il Corriere del Veneto 


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