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Consorzio Alta Pianura Veneta: presto al via i lavori per la messa in efficienza dell’impianto idrovoro Zerpa ad Arcole

Di Note ufficiali Mercoledi 22 Febbraio 2017 alle 10:57 | 0 commenti

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Il progetto che prevede l'ammodernamento e potenziamento dell'impianto idrovoro Zerpa ad Arcole (VR), con sostituzione delle apparecchiature elettromeccaniche, per un importo di 600mila euro, è stato approvato ed a fine 2016 sono stati affidati i lavori in appalto. È imminente, quindi, l'inizio delle attività. "L'impianto Zerpa risale al 1960 ed attualmente presenta delle sensibili carenze, al punto da rendere improcrastinabile un intervento di adeguamento ed ammodernamento. Infatti, a fronte di una portata nominale di 7 m3/s, le tre pompe riescono oggi a sollevare un quantitativo d'acqua stimato in 5,5 - 5,8 m3/s. Alla luce dei recenti eventi meteorologici, si rende necessario ed urgente intervenire per adeguare l'impianto". Con queste parole il presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, Silvio Parise, descrive l'esigenza di intervenire al più presto sull'impianto di riferimento del collettore Zerpano, che rappresenta il recapito finale dell'omonimo bacino idraulico consorziale, dell'estensione complessiva di oltre 8.000 ettari.

"Con il progetto realizzato dall'ing. Luca Pernigotto del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta - sottolinea il presidente Parise - intendiamo dar seguito all'ammodernamento e potenziamento dell'attuale impianto idrovoro, mediante elettrificazione dei motori e sostituzione delle attuali pompe, attribuire al dislivello fra la superficie del terreno ed il livello normale dell'acqua nei fossi di scolo valori di sicurezza e, infine, ottimizzare l'utilizzo dell'impianto idrovoro di Zerpa in relazione alla concomitanza delle piene tra Fossa Masera e scolo Palù". Verrà messa la parola fine agli allagamenti in una vasta area della Bassa Veronese. "L'immissione nel torrente Alpone di una portata maggiore rispetto alla capacità originaria dell'impianto - conclude il presidente Parise - permetterà di "alleggerire" il collettore Zerpano a valle dell'impianto stesso e, conseguentemente, di immettere una portata inferiore nel fiume Fratta rispetto a quella versata attualmente in caso di piena, con notevole "sgravio" alle importanti problematiche che presenta lo stesso Fratta nei territori della Bassa Veronese negli eventi di piena".

La storia dell'impianto...
I primi progetti per l'attuazione della bonifica Zerpana risalgono alla metà del XVI secolo, quando il conte Marcantonio Sarego pianifica ed in parte attua una serie di operazioni di valorizzazione fondiaria nella zona di Belfiore, fra cui un grandioso progetto per lo scavo di un canale scolmatore delle acque provenienti dalle paludi della Zerpa e delle zone circostanti. Si tratta, come egli stesso dichiara nella sua supplica ai provveditori ai beni inculti il 18 dicembre 1557, di un'operazione estremamente proficua e fa sapere che "ritrovandosi una quantità di valle nel contorno de Bionde, Zerpa et Arcole et San Bonifacio distretto Veronese, paludive, delle quali mai si è cavato utile alcuno a Laude del Signor Iddio ed esaltazione di questo felicissimo Imperio, ho deliberato, a mie proprie spese et con utile del Vostre Eccellenze grandissimo, di ritrarle anchor che sia impresa difficilissima". Alla morte del conte Marcantonio, dopo decenni di dispute, perizie tecniche ed interventi delle istituzioni pubbliche, molte opere di bonifica e di valorizzazione fondiaria sono state compiute: la zona paludosa è stata trasformata in redditizie risaie, mentre altre aree da bonificare sono oggetto di elevati interessi. Ma solo alla fine del XIX secolo inizia il riordino idraulico che ha portato alla situazione attuale. Tutte le opere realizzate sino alla fine del 1800 risultavano scoordinate ed inadeguate alla risoluzione dei problemi posti dall'Adige e dall'Alpone e non limitavano né riducevano i rischi di allagamento nella zona di Belfiore. I lavori progettati e proposti sin dal 3 aprile 1892, in base a studi e piani dell'ing. Francesco Albarello, consistevano nell'aprire alle acque dello scolo nuovo di Bionde un sottopassaggio all'Alpone riversandole sui fondi dei conti Papadopoli, in sostituzione di altrettante che questi traevano per le proprie tenute dalle chiaviche d'erogazione dalla fossa Gradeniga e da sifoni posti sull'Alpone. Dopo accese dispute sul fatto che lo scarico in Fratta fosse nocivo o meno, la Deputazione provvisoria del Consorzio di bonifica del Bacino Zerpano, il 31 ottobre 1901, è in grado di produrre l'Elenco descrittivo dei beni interessati dalla bonifica. Redige inoltre, in pari data, un Progetto di massima per la Bonifica del Bacino Zerpano, che viene nel frattempo classificata di prima categoria con Regio Decreto del 17 giugno 1900. Tutti i lavori di scavo devono essere eseguiti a mano con badili, il materiale scavato viene caricato su carriole, o, nel caso di percorsi lunghi, su carretti. Per gli aggottamenti, necessari a porre in asciutto le tratte in cui si devono eseguire le deviazioni, si scavano prima i fossati alternativi, quindi si piantano a mano con mazzette i paletti e si costruiscono le roste, si deviano poi le acque nelle nuove condotte e si asciugano i condotti dismessi con l'aiuto di pompe. Definito il piano attuativo, il 23 ottobre 1903 si costituisce il Consorzio speciale per l'esecuzione delle opere di bonifica del Bacino Zerpano, ed il 30 aprile 1908 è stato elaborato il Progetto esecutivo del Genio civile di Verona. Oltre ai lavori di terra inerenti la sistemazione degli attuali scoli ed i tratti di nuove inalveazioni degli scoli, ed oltre alle opere necessarie per coordinare gli esistenti manufatti al nuovo andamento planimetrico degli scoli, i principali lavori da eseguirsi sono la costruzione di un nuovo manufatto sottopassante l'Alpone, di una grande banca in schiena all'argine destro d'Alpone e sinistro d'Adige per rinforzo dell'argine stesso lungo il tratto attiguo alla valle di Zerpa da prosciugarsi, di un nuovo tronco di strada per comunicazione diretta fra Belfiore ed Arcole, di una botte sotto il Collettore delle acque alte per lo scolo della valle di Zerpa nel Collettore delle acque basse e di un manufatto destinato a scaricare nel Collettore delle acque basse le acque esuberanti del Collettore delle acque alte. Il progetto di bonifica mira ad assicurare che "a bonifica eseguita i terreni dovranno avere ovunque un franco non minore di un metro sulla massima piena e ciò anche quando il terreno si sarà ribassato per costipamento naturale nella misura che si è ritenuto prudente stabilire in seguito alle fatte terebraizoni". La costruzione del grande manufatto sottopassante il torrente Alpone rappresenta l'opera d'arte di maggiore importanza della bonifica. Fu iniziata nel febbraio 1921 ed ultimata nel novembre 1922. Costruito in cemento armato, presenta le seguenti dimensioni: lunghezza tra le due estremità 95 m, altezza dalla platea all'intradosso dell'arco 4,50 m, larghezza al piano d'imposta dell'arco 5,60 m.
I lavori della bonifica Zerpana nel loro complesso possono essere così riassunti:
• 54 km di canali
• 1 grande manufatto sottopassante il torrente Alpone
• 4 botti minori sotto i canali della bonifica
• 26 ponti sopra i detti canali in muratura e 14 ponti in cemento armato
• 4 ponti canale con navetta in cemento armato
• 80 manufatti minori, ponticelli, scaricatori ecc...
• 1.100.000 mc di terreno scavato.
Dalla relazione tecnica del progetto per la costruzione dell'impianto idrovoro di Zerpa:
Successivamente il comprensorio del Consorzio venne ampliato con la aggregazione, in ordine di tempo, dei Bacini Sinistra Alpone, Palù, San Gregorio-Dossi ed Illasi. Uno dei motivi principali per i quali è stata richiesta ed ottenuta la recente delimitazione del comprensorio è stata la partecipazione del Consorzio Zerpano ed Alpone al Consorzio di secondo grado Lessinio Euganeo Berico (LEB), e quindi la opportunità che il suo comprensorio sia contiguo a quello degli altri due Consorzi di Bonifica, Vampadore e Ronego, costituenti con lo Zerpano Alpone il gruppo originario e promotore del detto Consorzio di 2° grado. Tutta la vasta zona fra il torrente Alpone e il fiume Guà usufruirà per la sua irrigazione di acqua derivata dal canale LEB (...) e tutte le acque recapiteranno parte nel collettore delle acque basse del Bacino Zerpano e parte negli altri scoli che attraversano da ovest e est la zona; tutte finiranno poi in Fratta che è il raccoglitore generale di tutte le acque del comprensorio. Inoltre il detto canale attraversa la parte più depressa del comprensorio del Bacino Zerpano (...) e per le pur minime ma prevedibili perdite contribuirà a peggiorare la situazione idraulica dei terreni in parola. Tale maggiore apporto d'acqua nei canali della bonifica Zerpana provocherebbe certamente gravi inconvenienti idraulici, specie ai terreni più depressi. Per ovviare a tali inconvenienti il Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste ha assegnato dei fondi, messi a disposizione con la Legge 25 gennai 1962 n° 11, al Consorzio Zerpano ed Alpone per la costruzione di un impianto idrovoro e la sistemazione della rete di scolo.
Dalla Relazione Tecnica Aggiuntiva della 2° Perizia di Variante e Suppletiva in data 11/09/1967:
Come è noto l'impianto idrovoro di Zerpa è parte integrante delle opere di bonifica del Bacino Zerpano della superficie di ha 4470. Il canale collettore principale di detto bacino nel tratto a occidente del torrente Alpone viene denominato "Scolo Masera", la cui portata normale è di mc 7 al secondo e quella della media delle massime piene (senza tener conto di quelle eccezionali) è di mc/sec 11. (...) Il collettore principale delle acque basse del Bacino Zerpano, dopo aver percorso 11 km, trova recapito nel fiume Fratta. In tale collettore principale oltre alle acque dello Scolo Masera (...) trovano recapito anche le acque dello "Scolo Palù" e del suo affluente "Dugaletta". L'apporto attuale di detto scolo è attualmente di mc/sec 1 con una portata di piena di mc/sec 3. Peraltro è in corso di studio la sistemazione idraulica del Bacino Scolante nel Palù con l'immissione delle acque del territorio di San Bonifacio e presumibilmente di quelle del territorio della Valle d'Alpone a nord della statale Verona-Venezia; con tale immissione la portata dello Scolo Palù risulterà incrementata e potrà raggiungere una portata che si presume di mc/sec 7. Inoltre nel canale delle Acque Basse dovranno trovare recapito le acque di una vasta superficie (...) del territorio posto tra il torrente Alpone ed il fiume Guà. Infine è da porre in evidenza che lo Scolo Masera (...) subirà un ulteriore incremento di portata in dipendenza della immissione delle acque del territorio della Valle Tramigna e in futuro un altro ulteriore aumento di portata si verificherà per lo scarico di una parte delle acque dei terreni alti che non potranno essere contenute nel collettore principale delle acque alte (scolo Serega). Da quanto sopra esposto si evince la necessità che diede origine alla costruzione dell'impianto idrovoro di cui trattasi, mediante il quale si alleggerisce la portata del Collettore Principale Acque basse del bacino Zerpano di mc/sec 4 (mediante due gruppi motopompe) e, allorché si verificheranno tutti gli incrementi sopradescritti, con l'installazione di un terzo gruppo della portata di mc/sec 3, sarà in grado di alleggerire le portate del complesso di scolo di cui è sopra detto (...) di mc/sec 7. (...) Quanto sopra si è ritenuto di dover esporre per fare presente sia la necessità della costruzione dell'impianto idrovoro, sia la sua convenienza economica, nel quadro generale della sistemazione di bonifica del comprensorio del Consorzio di Bonifica Zerpano Alpone.
Inoltre dalla esposizione di cui sopra si rileva che il manufatto si riferisce ad una portata attuale di mc/sec 4, e in futuro, ad una portata di mc/sec 7, portate che si sottraggono a quelle del Collettore Principale delle Acque Basse (...): portate queste destinate ad essere incrementate come è stato sopra specificato in dipendenza dell'attuazione del programma di bonifica del comprensorio.


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