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«Consoli voleva riprendersi Veneto Banca»: lo dice la Cassazione e sono in sintonia Il Sole 24 Ore e la stampa locale

Di Rassegna Stampa Sabato 15 Aprile 2017 alle 18:34 | 0 commenti

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«Consoli voleva riprendersi Veneto Banca»

Anche dopo che il fondo Atlante aveva acquisito il controllo della banca, dopo un anno dal suo allontanamento e nonostante si trovasse agli arresti domiciliari con l'accusa di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza della Banca d'Italia e di Consob, Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato e poi direttore generale, stava progettando di riprendersi il controllo di Veneto Banca. Dopo il suo allontanamento avrebbe continuato a "gestire" un gruppo di dirigenti a lui fedeli. Lo scrive, nero su bianco, la Cassazione, nelle motivazioni depositate giovedì in cui spiega perchè lo scorso 16 dicembre ha confermato il mantenimento degli arresti domiciliari scattati ad agosto a carico di Consoli, in relazione alla sussistenza del rischio di reiterazione dei reati e di inquinamento probatorio. Con il suo verdetto, la Suprema Corte ha condiviso le osservazioni contenute nell'ordinanza del tribunale del riesame di Roma che lo scorso 5 settembre aveva convalidato i domiciliari per l'ex ad.

Scrive la Cassazione che Consoli ha potuto fare affidamento «su di una serie di soggetti a lui fedeli all'interno del management della banca, tanto da decidere, quando ormai il fondo Atlante aveva preso il controllo dell'istituto ed era imminente la convocazione per l'8 agosto 2016 dell'assemblea destinata alla nomina del nuovo board, di reagire alla decisione del nuovo vertice di procedere alla "epurazione totale dei consoliani", progettando, nel corso della conversazione intercettata del 28 luglio 2016, con il dirigente De Fonzo, di riprendere il controllo di Veneto Banca». Ciò che dice la Cassazione conferma le "interferenze" rilevate anche dalla Procura di Roma, che sostiene come nella primavera del 2016 «Consoli si è molto adoperato nel sostegno della lista "Ambrosini", attraverso sollecitazioni personali e telefoniche (non sempre amichevoli), l'organizzazione di riunioni e l'azione di coordinamento di ex dipendenti della banca tra cui De Fonzo».«L'obiettivo è far emergere la verità. Per una corretta ricostruzione dei fatti e per far capire alla gente che tutta la degenerazione gestionale che vigeva all'interno di Veneto Banca è testimoniata attraverso decine di controlli e interrogatori», commentano i rappresentanti dell'associazione «Ezzelino da Onara» che fa capo a Patrizio Miatello, al tributarista Loris Mazzon e all'avvocato Rodolfo Bettiol, i primi, da mesi allo studio del caso, ad aver avuto accesso agli atti della Procura di Roma.

La Cassazione dice anche che Vincenzo Consoli «è entrato in possesso di informazioni di natura riservata provenienti dalla banca relative al valore patrimoniale della controllata Veneto Banca Albania, nel quadro di una operazione volta ad acquisire, con l'ausilio di soggetti non identificati, il controllo di tale banca». Attualmente a Consoli, dopo il venire meno delle misure cautelari personali, è imposto il divieto di espatrio.

di Katy Mandurino, da Il Sole 24 Ore


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