Confimi Industria interviene sulla revoca dello sciopero dei commercialisti
Giovedi 16 Febbraio 2017 alle 17:30 | 0 commenti
Il disagio manifestato dai commercialisti è simile a quello delle imprese, lo conferma un'indagine condotta da Confimi Industria. Bene la revoca dello sciopero, si legge in una nota, da parte dei commercialisti in seguito all'apertura del MEF ad alcune delle richieste avanzate dalle relative sigle sindacali e sostenute, fin da subito, anche da Confimi Industria. Tra queste le scadenze del nuovo spesometro che - sembra cosa ormai fatta - per il 2017 sarà semestrale, e non più trimestrale, con la speranza però che si torni ad adempimenti annuali già del 2018.
"Questo deve rimanere un obiettivo primario su cui non transigere" spiega Flavio Lorenzin Vice Presidente di Confimi Industria con delega alla semplificazione fiscale e continua "a questo si aggiunge l'esigenza di ripristinare la possibilità , per gli esportatori abituali, di rilasciare le dichiarazioni d'intento con validità fino a fine anno perché - sottolinea Lorenzin - le novità che entreranno in vigore già il prossimo 1 marzo non solo creano pesanti disagi agli operatori ma non servono nemmeno all'Agenzia delle entrate". Discutibile anche la reintroduzione dell'Intrastat acquisti, peraltro non chiesta negli altri paesi.
Questi e altri disagi sono stati tenacemente manifestati anche dalle organizzazioni dei commercialisti, a cui va il nostro apprezzamento sottolinea Lorenzin che, ricordiamolo, lo scorso 14 dicembre sono scesi in piazza proprio per denunciare gli insostenibili complicazioni derivanti dagli incessanti e spesso inutili cambiamenti propinati dal legislatore e dall'amministrazione finanziaria.
Disagio avvertito anche dalle imprese come testimoniano i numeri emersi dal sondaggio somministrato nei giorni scorsi da Confimi Industria alle imprese del proprio sistema a cui è stato chiesto di esprimersi proprio sulle misure - presentate come - di semplificazione, dall'ultima manovra. Gli esiti delle preoccupazioni per l'accelerazione impressa dal fisco sono inequivocabili, quantomeno per il campione del sondaggio formato prevalentemente da imprese micro (37% con ricavi fino a 2 milioni) e piccole (46% quelle con ricavi fino a 10 milioni). Industrie che nel loro organico hanno al massimo 2 addetti in amministrazione e che sono già pesantemente oberati dagli adempimenti attuali.
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