Utente: Luca Fantò (lucafanto)
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In: È Questione Veneta
Inviato Domenica 23 Aprile 2017 alle 14:34
Si cita Pareto. Pareto sosteneva che le società vedono spesso compiersi azioni prevalentemente negative quando seguono l'istinto o tengono conto di parametri soggettivi. A volte però anche ciò che appare illogico nasconde un percorso razionale, come quello del Console romano che lanciava i suoi uomini all'attacco dopo avergli raccontato il responso positivo degli auguri. Gli uomini si lasciavano uccidere in guerra ed il sistema continuava a sopravvivere. La Lega guarda al Veneto, alla Lombardia e al Piemonte. Intanto il mondo evolve e l'Europa, che unita vedrebbe le sue nazioni andare al passo coi tempi, sembra svanire come al mattino il sogno di Ernesto Rossi, Altiero Spinelli e Giuseppe Saragat.
Inviato Lunedi 9 Gennaio 2017 alle 18:53
Prendo atto e mi rallegro della nuova consapevolezza del Presidente Zaia relativamente al disagio in cui insegnanti e personale scolastico sono costretti a lavorare. Un disagio che da Vicenza il PSI sta denunciando da anni.
In effetti tale situazione è la conseguenza della politica di molti governi dell'ultimo ventennio. Governi in cui era presente anche l'attuale Presidente della Giunta regionale veneta.
La situazione è oggettivamente difficile e ancora più difficile sarebbe se ogni giorno il personale amministrativo, tecnico, ausiliario e centinaia di migliaia di docenti non si sacrificassero per non interrompere il processo formativo che nella scuola pubblica coinvolge i nostri giovani.
La cosiddetta “buona scuola”, nella sua inadeguatezza, ha avuto il merito di far cadere il velo che nascondeva allo sguardo di molti. E così, la minaccia contenuta nella legge 107, di impedire per i prossimi anni i trasferimenti su cattedra limitando di fatto la titolarità dei docenti, ha dato il via alle massicce richieste di trasferimento dei docenti in quella che sembrava poter essere l'ultima possibilità di trasferimento senza perdere la titolarità.
La soluzione al “caos” però non è certamente quella prospettata dal Presidente Zaia. La Sanità regionale non sembra possa essere un valido parametro di riferimento e le Regioni sembrano rappresentare un buco nero per l'economia italiana molto più di quanto i profeti del federalismo localistico vogliano farci credere.
Sarebbe invece possibile tornare a ragionare innanzitutto su stabili e consolidati sistemi di formazione ed assunzione dei docenti, magari ripristinando (in questo la legge 107 è apprezzabile) concorsi nazionali indetti su base regionale, con cadenza regolare e per i posti vacanti.
Ma tutto ciò dopo aver stabilizzato, stabilizzato realmente, i molti precari che a nord come al centro e al sud, in Italia, tengono in vita quello che ancora e nonostante tutto e tutti, è ancora un valido sistema scolastico.
In effetti tale situazione è la conseguenza della politica di molti governi dell'ultimo ventennio. Governi in cui era presente anche l'attuale Presidente della Giunta regionale veneta.
La situazione è oggettivamente difficile e ancora più difficile sarebbe se ogni giorno il personale amministrativo, tecnico, ausiliario e centinaia di migliaia di docenti non si sacrificassero per non interrompere il processo formativo che nella scuola pubblica coinvolge i nostri giovani.
La cosiddetta “buona scuola”, nella sua inadeguatezza, ha avuto il merito di far cadere il velo che nascondeva allo sguardo di molti. E così, la minaccia contenuta nella legge 107, di impedire per i prossimi anni i trasferimenti su cattedra limitando di fatto la titolarità dei docenti, ha dato il via alle massicce richieste di trasferimento dei docenti in quella che sembrava poter essere l'ultima possibilità di trasferimento senza perdere la titolarità.
La soluzione al “caos” però non è certamente quella prospettata dal Presidente Zaia. La Sanità regionale non sembra possa essere un valido parametro di riferimento e le Regioni sembrano rappresentare un buco nero per l'economia italiana molto più di quanto i profeti del federalismo localistico vogliano farci credere.
Sarebbe invece possibile tornare a ragionare innanzitutto su stabili e consolidati sistemi di formazione ed assunzione dei docenti, magari ripristinando (in questo la legge 107 è apprezzabile) concorsi nazionali indetti su base regionale, con cadenza regolare e per i posti vacanti.
Ma tutto ciò dopo aver stabilizzato, stabilizzato realmente, i molti precari che a nord come al centro e al sud, in Italia, tengono in vita quello che ancora e nonostante tutto e tutti, è ancora un valido sistema scolastico.